26/07/1986 - Omelia Sabato XVI Ord Campeggio femminile

Gn 18,1-10; Col 1,24-28; Lc 10,38-42.

Il nostro cuore allora, ce lo dice Gesù, è come un campo, in cui Dio semina ma anche satana semina.

Tutta la nostra sapienza dev’essere posta così nel far crescere il seme buono, nel rendere difficile il progredire della zizzania.

Troppe volte siamo invece addormentati o indifferenti. Il nostro cuore è esposto a molti pericoli, molti pericoli che possono arrivare fino al soffocamento del grano da parte dell’erba cattiva.

Come dobbiamo essere attenti, come dobbiamo essere premurosi, come dobbiamo essere gelosi del nostro compito. Una gelosia del nostro cuore. Una gelosia attenta e fervida, una gelosia d’impegno e di amore, una gelosia che non badi a sacrifici e a rinunce perché ciò che rinunciamo ci verrà ricompensato in una maniera mirabile.

Celebriamo il papà e la mamma della Madonna. Celebriamo questa festa congratulandoci con loro che hanno avuto questa inesprimibile grazia: avere come loro bimba la Madre di Dio, la Regina del cielo e della terra, la più santa di tutte le creature.

Come dobbiamo chiedere a questi santi una grande forza, una grande forma d’impegno perché i disegni di Dio non vengano smorzati in noi da questa indifferenza ed incuria. Come dobbiamo chiedere loro la grazia di lasciare che il piano di Dio si compia nelle nostre anime. Quando allevavano la Madonna forse non sapevano quanto sarebbe stata grande per tutti i secoli sua figlia.

A ognuno il suo compito, a ognuno eseguire il piano di Dio, ma lasciare che il Signore trionfi in noi, collaborare, impegnarci generosamente e fedelmente.