At 18, 9-18; Gv 16, 20-23
Iniziamo la Novena di Pentecoste cercando sempre di più di conoscere lo Spirito e di apprezzare i suoi doni. Stasera ci è presentato un dono fondamentale, un dono che ogni uomo agogna, desidera: la gioia, la pace. Ed è proprio lo Spirito Santo la sorgente della gioia, perché è l’Amore infinito di Dio che si china su di noi e ha pietà di noi e ha doni sempre più grandi per l’anima fedele. Dobbiamo capire bene che la gioia del cristiano è una gioia che viene dall’alto, che non può venire dalle cose di quaggiù, che non può venire da quelle sorgenti che il mondo sollecita continuamente. È una gioia sua, è una gioia che è una partecipazione di quella infinita letizia che ci riserva nella vita eterna.
Che cosa vuol dire che lo Spirito Santo è la sorgente di una vera gioia? Perché è lo Spirito che ci illumina, è lo Spirito che ci fortifica, è lo Spirito che ci fa capire i veri e grandi valori della vita. È lo Spirito che riposa nell’anima in grazia e non sta inattivo, anzi è sempre nella grande opera della creazione. Vuol fare in noi il regno di Dio. Gioia allora l’ha chi acconsente a quest’opera, chi sa che tutte le gioie di questo mondo messe insieme non sono paragonabili a questa gioia di figliolanza, è lo Spirito che ci fa figli di Dio, a questa gioia di essere tabernacoli, di essere con lui, a questa gioia che nasce dalla considerazione che tutto quello che facciamo è elevato, consacrato da lui, reso veramente capace di merito per l’eternità. La gioia nasce dal saperci consolati, dal saperci protetti, che tutto confluisce al nostro bene, che niente il Signore permette che non sia per il nostro maggior bene. E se toglie una gioia è per darne un’altra più grande e più duratura. Dobbiamo perciò proporre questo nostro consenso totale alla sua opera, cioè alla volontà di Dio e dobbiamo promettere di vincere le nostre voglie irragionevoli, i nostri capricci disordinati e assurdi, le nostre voglie che sempre tentano di rapire il nostro cuore e di renderlo insoddisfatto e particolarmente ansioso di cose che sono veramente infime o pericolose. Desideriamo Dio, desideriamo la sua giustizia, desideriamo la sua gloria, poniamoci sempre totalmente fedeli e totalmente disposti e il nostro Amen diventerà proprio la sorgente del nostro Alleluia.
CODICE | 85EGN01365N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario D’Enza, 17/05/1985 |
OCCASIONE | Omelia, Venerdì VI settimana Tempo Pasqua, Novena di Pentecoste - I giorno |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | La gioia frutto dello Spirito Santo |
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