12/11/1982 - Omelia Venerdi XXXII Ord Funerale

Sant'Ilario d'Enza, 12/11/82
Omelia, Venerdì XXXII settimana Tempo Ordinario - Funerale

Rm 6, 3-9; Mc 15, 33-39; 16, 1-6

Gli chiedevano: “Scendi dalla croce” (Mc 15, 29-32) , ma Gesù non volle discendere dalla croce e sulla sua croce, “dando un forte grido, spirò” (Mc 15, 37).

È proprio vero: quando uno è un vero cristiano, ripete Gesù Cristo. Era su una croce Settimo, su una durissima croce e anche per lui non c’è stato il momento della discesa dalla croce, nella sua croce è spirato.

La sua somiglianza con Gesù ci colpisce subito e noi, che abbiamo il dono inestimabile della fede, sappiamo che il cristiano nel Battesimo è stato strettamente unito a Cristo, di un’unione fortissima. E dice la Scrittura che il cristiano, crocefisso con Lui, risorge con Lui (Rm 6, 5).

Di fronte al mistero del dolore, di questo dolore che non si può descrivere, di questa morte che è così dolorosa, perché strappa un uomo alla vita ancora fiorente e alla famiglia diletta, di fronte a questo dolore solo noi cristiani abbiamo una parola da dire. Ed è questa parola, questa che spiega tutto e dice che la scena di questo mondo ha un significato solo in rapporto all’eternità, che altrimenti tutto è illusorio, tutto è vano, non è solo banale, stupido un vivere così senza significato, senza un preciso perché. Lo sappiamo bene: di fronte a tutte le vicende che prendono, che distruggono, che mentre edificano, rompono tutto, è la sola parola della fede, che irrompe luminosa e alta.

Io vorrei che lo meditassimo fino in fondo questo destino dell’uomo, che non è fatto per il dolore, non è fatto per la morte, è fatto per la resurrezione ed è fatto per la gloria.

Ha sofferto molto, ha condotto la vita secondo le norme cristiane, il seme è stato buttato: ora è incominciata la messe, è incominciata la pace di Dio, la gloria.

Oh sì! Nella gloria fissiamo i nostri occhi. E la parola che diciamo ai famigliari, alle sue bimbe soprattutto, vorrei che fosse questa: un cristiano vive di speranza, un cristiano si allieta nella speranza, un cristiano matura nella speranza. Gli altri sono senza speranza, disgraziatamente, e non hanno nessun conforto.

Speriamo nel Signore! Facciamo il bene! Il giorno passa presto e viene la sera, quella sera che conosce poi il levar del sole, cioè conosce l’incontro gioioso e festivo col Cristo. Noi lo sappiamo, quest’incontro per Settimo è già arrivato. Asciughiamo i nostri occhi nella speranza della sua gioia e della sua gloria, in una certezza magnifica e grande.

CODICE 82MB00133VF
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 12/11/82
OCCASIONE Omelia, Venerdì XXXII settimana Tempo Ordinario - Funerale
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI La somiglianza del cristiano con Gesù – Il mistero del dolore – la speranza del cristiano
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