01/01/1979 - Omelia Maria Madre di Dio

Sant'Ilario d'Enza, 01/01/979
Omelia, Lunedì Ottava di Natale - Solennità di Maria Madre di Dio

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Nm 6,22-27; Gal 4,4-7; Lc 2, 16-21

Contempliamo Maria che porge a noi un bambino. Maria Madre di Dio porge a noi Gesù, come a significarci la salvezza, a significarci come dobbiamo porre nella salvezza il nostro tempo, il tempo che il Signore ci dà per conquistare e realizzare l’eternità, quella che chiamiamo “vita eterna”, cioè la gioia e la pace in Dio.

Ed è tanto significativa questa festa di capodanno, che dà per i cristiani un senso a tutti i loro auguri. Noi auguriamo il Signore Gesù a tutti, noi l’auguriamo ad ogni anima e alla nostra società.

Auguriamo in Gesù la pace, perché la pace non è un bene solamente che scende dall’alto, è ancora una conquista.

Il Papa ci ha indicato il tema di questa giornata della pace, sottolineando che, per avere la pace, dobbiamo educarci alla pace. La pace nasce dall’interno dell’uomo, la pace nasce da una vittoria interiore dell’uomo, da una conquista, per cui rifiuta i propri motivi egoistici, che tendono a sopraffare, a colmare, a essere motivi di divisione con gli altri. Abbandonando questi motivi, prendere il criterio dell’amore: “Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta la tua anima, con tutte le tue forze. Tu amerai il prossimo tuo come te stesso” (Lc 10, 27).

Ed è in questa vittoria l’urgenza che l’uomo torni ai suoi valori spirituali e resti in contatto con il Signore, resti in contatto nella preghiera, nella Messa, resti in contatto con le fonti della salvezza, resti in contatto con i mezzi della salvezza. E la Madonna è in mezzo alla Chiesa per tutte le generazioni come il mezzo ideale di salvezza, di bontà, di generosità, di fede.

Dobbiamo guardare alla Madre di Dio ed è a Lei che dobbiamo affidare la nostra problematica urgente e angosciosa, che è poi la problematica dei nostri peccati e dei peccati degli altri, di queste numerose rotture della legge di Dio, quindi della pace con Dio.

E poi ci dobbiamo ricordare che quest’anno incomincia “l’anno internazionale del fanciullo”, un anno nel quale i popoli sono chiamati a riflettere sulla figura del fanciullo, perché si porti al fanciullo quel rispetto, quell’amore, si porti al fanciullo il meglio di noi stessi. E in questo rispetto e in questo amore tutti siamo tesi a far sì che i bambini di tutto il mondo abbiano il pane, abbiano il benessere, abbiano le condizioni per crescere bene. Abbiano le condizioni per educarsi al rispetto degli altri, ai valori spirituali, ai valori che fanno crescere, ai valori che danno alla società umana la configurazione giusta, la configurazione che veramente ci si aspetta da una società che, volente o nolente, porta tanto i valori del cristianesimo.

Noi dobbiamo collaborare nel nostro ambiente, a far sì che i fanciulli possano veramente avere una società migliore; i fanciulli possano crescere nella loro libertà di figli di Dio e possano essere preservati, quanto è possibile, dalle contaminazioni del male, delle nostre vergogne sociali, delle nostre deviazioni sociali.

L’anno, che incomincia, comincia con tanti interrogativi. Per noi cristiani vale la parola che abbiamo ascoltato, è una parola che dobbiamo accogliere con molta fede. Dio ha parlato. Ha parlato prima per i profeti, oggi parla a noi per mezzo del Figlio suo. Ecco, nella parola di Cristo c’è la salvezza, c’è la gioia, c’è la pace. Auguriamoci che tutti accolgano questa parola e vivano in conformità.

CODICE 79A0O01321N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 01/01/979
OCCASIONE Omelia, Lunedì Ottava di Natale - Solennità di Maria Madre di Dio
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI La pace
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