171. Fondamento dell’intervento di Maria nella nostra santificazione
Tutti i titoli e le grandezze di Maria trovano la loro giustificazione nel sommo privilegio della maternità divina. Tutto perché è Madre di Dio. La colloca al di sopra di tutte le creature; ha una dignità in certo modo infinita (san Tommaso1).
Tra tutte le creature è quella che possiede una maggiore affinità con Dio: raggiuge i confini della divinità. Poiché per la sua maternità divina entra a far parte dell’unione ipostatica, è un elemento indispensabile per l’incarnazione del Verbo e la redenzione del genere umano.
E l’ordine ipostatico supera immensamente quello della grazia e quello della gloria come quest’ultimo supera immensamente quello della natura umana e angelica o quello di qualsiasi altra natura creata o creabile.
La maternità divina supera la filiazione adottiva della grazia perché questa stabilisce soltanto una parentela spirituale e mistica con Dio, mentre la prima stabilisce una parentela di natura, una relazione di consanguineità con Gesù Cristo, e una certa affinità con la Trinità.
E nella maternità divina si fonda il principio di cooperazione in virtù del quale Gesù associò intimamente la Vergine a tutta la sua missione redentrice e santificatrice. Tutto quello che ci meritò ex justitia ci fu meritato con titolo diverso da Lei.
Meritò nel momento del Fiat. Volontà di Maria conforme a quella di Dio e si associa all’opera redentiva. Alleva Gesù per la Croce; associata alle sue gioie e ai suoi dolori. Immolata fin sul Calvario, e pure dopo l’Ascensione.
L’annuncio a Maria è compimento di tutti gli annunci dell’Antico Testamento.
Dio è con Maria come è stato con Isacco, Giacobbe, Mosè, Giosuè, Davide, Geroboamo, Geremia (Gen 26,3-24; 31,3; Es 3,12; Gs 1,5-9; 3,7; 2Sam 7,9; 1Re 11,38; Ger 1,6-8).
In Maria si realizza la presenza definitiva di Dio in mezzo al suo popolo con lo stesso valore dell’arca dell’alleanza; essa riceve a titolo personale, ma anche in quanto rappresentante della Chiesa, quella presenza che Cristo avrebbe promesso a tutta la comunità.
Is 62,11: “Ecco ciò che Dio proclama all’estremità della terra: «Dite alla figlia di Sion: Ecco, arriva il tuo Salvatore»”.
Zc 2,14: “Esulta, gioisci, figlia di Sion, perché vengo ad abitare in mezzo a te”.
Sof 3,14-18: “Esulta, figlia di Sion, giubila, Israele”.
La figlia di Sion appare come una vergine in attesa delle nozze. Come una vergine che ha raggiunto l’età delle nozze e che perciò è tutta una promessa di amore, di gioia, di fecondità.
Lam 1,15; Is 62,11: “Dite alla figlia di Sion: Ecco, arriva il tuo Salvatore”.
Maria è la vera figlia di Sion; è la personificazione della totalità d’Israele. In Lei si compie finalmente il suo frutto di salvezza.
E per questo Maria è il «tipo»2 della Chiesa. E Maria è presente nell’atto stesso della nascita della nuova Sion (At 1,12-14).
Maria è Madre. La fecondità è la prima benedizione che Dio ha accordato all’amore umano. Rinnovata a Noè3, passa ad Abramo4.
La sterilità di Sara, Rebecca e Rachele è la prima tappa della loro maternità; è più opera della grazia che della natura (Gen 16,2; 25,21; 29,31).
Maternità sua benedizione, tanto più che viene dallo Spirito Santo.
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