16/01/1980 - 251 - Salmo 26 II parte

16/01/1980

251. Salmo 26 (II parte)

16 gennaio 1980

La seconda parte del Salmo esce dal cuore di chi è nell’angoscia, nella tribolazione, nella desolazione. Ma da un cuore che ha una grande fede e ne ha fatto esperienza.

È dal volto del Signore che esce la luce che illumina e fa vedere la strada. Anche Gesù ha parlato di una luce. Ha detto: “Non si accende una lucerna per riporla sotto il moggio, ma sul candeliere; e fa luce a tutti quelli che sono in casa. Così splenda la vostra luce davanti agli uomini perché vedano le opere vostre ecc...” (cfr Mt 5,15-16). Dio accende la lucerna. È Dio che dona la luce; e noi ne siamo ben responsabili per noi e per trasmetterla agli altri.

“Era la luce vera che illumina ogni uomo” (Gv 11).

“La parola di Dio si è fatta uomo, perché da un uomo tu apprenda come l’uomo possa divenire Dio” (San Clemente Alessandrino2). Cercare il suo volto3, cercando il Verbo di Dio e nel suo splendore – ricordate la liturgia del Natale – collocare tutta la nostra vita.

Cercare il volto vuol dire conoscerlo di una conoscenza personale. Una persona ha il suo volto, e conoscere il volto di Dio vuol dire incontrarsi con Lui amore e misericordia. Come dice anche il Salmo 66 : “Dio abbia pietà di noi e ci benedica, su di noi faccia splendere il suo volto”4.

Ricerca nella contemplazione e nella fede. Ricerca insistente e fervida, leggendo Dio nella nostra vita, nella storia, negli avvenimenti del nostro tempo; cogliendo il segno dei tempi. Gesù rimproverò gli Ebrei: “Quando si fa sera, voi dite: Bel tempo, perché il cielo rosseggia; e al mattino: Oggi burrasca, perché il cielo è rosso cupo. Sapete dunque interpretare l’aspetto del cielo e non sapete distinguere i segni dei tempi?” (Mt 16,2-3). Anche per noi si presenta la necessità di interpretare perché nulla avviene a caso e il Padre nostro veglia continuamente su di noi. Distratti e egoisti, le cose più futili ci prendono e ci manca tante volte quella minima riflessione per capire la volontà di Dio su di noi. Allora ci agitiamo e abbiamo l’impressione di essere soli a lottare contro un destino che ci schiaccia e guardiamo paurosi al nostro domani.

Di qui allora l’insistenza: “Ricercate il suo volto”5. Di qui ancora: “Non nascondermi il tuo volto”6. La Scrittura più volte parla del castigo di Dio come di un nascondere il volto, come di una sua assenza.

Diceva già Caino: “Ecco tu mi scacci oggi da questo suolo e io mi dovrò nascondere lontano da te” (Gen 47). Ed è celebre la parola di Dio in Deuteronomio 31,17 sq: “In quel giorno, la mia ira si accenderà contro di lui; io li abbandonerò, nasconderò loro il volto e saranno divorati. Lo colpiranno malanni numerosi e angosciosi e in quel giorno dirà: Questi mali non mi hanno forse colpito per il fatto che il mio Dio non è più in mezzo a me? Io in quel giorno nasconderò il volto a causa di tutto il male che avranno fatto rivolgendosi ad altri dei”.

Al contrario, è salvezza , è gioia, è benedizione; è cominciare a capire la sua grandezza e insieme la nostra povertà. Quel volto davanti al quale i Serafini si velano il volto tanto grande è la sua maestà: con due ali si coprivano la faccia (Is 68). “Mosè allora si velò il viso, perché aveva paura di guardare verso Dio” (Es 3,6). Ecco l’adorazione nell’amore. Anche Gesù mostra il suo volto glorioso: “Il suo volto brillò come il sole […]. Caddero con la faccia a terra” (Mt 17,2-6). Quel volto che avrebbe permesso fosse così oltraggiato durante la Passione. Aveva detto Isaia: “Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per potercene compiacere. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti a quale ci si copre la faccia” (Is 539). “Allora gli sputarono in faccia e lo schiaffeggiarono” (Mt 26,67).

“Cercate il suo volto”10. Ecco comprendiamo. Bisogna leggere il volto sfigurato del nostro Dio perché è lì che comprendiamo veramente la pienezza del suo amore. “Mi ha amato e si è dato per me” (San Paolo11). Quel volto che si è abbassato fino a terra a supplicare per noi: “E avanzatosi un poco, si prostrò con la faccia a terra [...]. «Non la mia volontà ma la tua sia fatta». Poi tornò dai discepoli e li trovò che dormivano” (Mt 2612). Ecco è qui tutto il nostro torto: non guardare quel volto, non sentire che la sua Passione è per noi, che il suo volto è stato coperto di sputi perché noi potessimo comparire nella luce di Dio, è stato colpito per nostro amore perché noi potessimo vedere nella gioia Dio.

«O volto sofferente del nostro Redentore, che possiamo guardare Te quando abbiamo peccato, quando abbiamo rinnovato nel nostro cuore la tua Passione. Che possiamo guardare a Te, bisognosi di misericordia e di perdono, di fiducia e di speranza. Possiamo guardare a Te quando, pensosi di tanti nostri fratelli che camminano nella via della perdizione, invochiamo la salvezza e così possiamo ottenere il coraggio di lavorare indefessamente per la salvezza del mondo; che possiamo collaborare sapendo soffrire per compiere quello che manca alla tua Passione. Che possiamo capire come sotto un capo coronato di spine non possiamo essere membra delicate e egoiste.

E finalmente che possiamo vedere il tuo volto di risorto splendido di tutta la gloria che ti ha donato il Padre».

“E Dio che disse: Brilli la luce dalle tenebre, rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria divina che rifulge sul volto di Cristo”(2Cor 4,6).

Il cristiano è l’uomo della risurrezione e nel suo volto si deve riflettere la gioia del Cristo. Non in una maniera passeggera come lo fu per Mosè13; “E noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine di gloria in gloria, secondo l’azione dello Spirito del Signore” (2Cor 3,18).

“Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi ecc…” (v. 9. 11).

Mostrami la tua via, o Signore, perché vogliamo arrivare. Guidami. Voglio arrivare fino a Te dove nella beata Patria ti contemplerò senza fine e senza tramonti in una gloria sempre piena e sempre nuova. Lo vedremo a faccia a faccia, come è Lui.

Che cosa importano i dolori e le prove? E vi sarà in essa il trono di Dio e dell’Agnello e i suoi servi lo adoreranno e vedremo il suo volto e il suo nome sarà scritto sulle loro fronti (cfr Ap 22,3-4).

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