21/11/1976 - Vespro Cristo Re

Sant'Ilario d'Enza, 21/11/1976
Catechesi a Vespro

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Vorrei fare una parentesi: invece di proseguire il nostro argomento, vorrei fermarmi un momento sulla nostra partecipazione alla liturgia. Perché? Perché non è soddisfacente. Domenica prossima incomincia l’Avvento. Dobbiamo ricordare ciò che dice la costituzione del Concilio sulla liturgia, dice: “La liturgia è la sorgente e il culmine di tutta la vita della Chiesa” (cfr. Sacrosanctum Concilium 10). È la sorgente, cioè nasce di lì; è il culmine, cioè il vertice, la vetta che bisogna raggiungere. Dipende allora dalla partecipazione cosciente e responsabile alla vita della Chiesa, la partecipazione alla liturgia. In tanto in quanto ci sentiamo Chiesa, in tanto in quanto partecipiamo alla liturgia. Non è quindi questione unicamente di numero, è questione di sensibilità. Una questione di sensibilità quindi, che ci deve preoccupare, perché come viviamo la liturgia è come viviamo il rapporto con Dio e con gli altri che sono nella Chiesa. Perché una pietà chiusa, una devozione individualista, non costruisce: è qualche cosa che piuttosto isola, divide. Noi ci dobbiamo ricordare di quello che leggevamo stamattina nella seconda lettura, quando san Giovanni dice: “Lui ci ama e proprio perché ci ama ci ha liberato dai nostri peccati - prima cosa; e seconda cosa - ha fatto di noi un regno di sacerdoti per il suo Dio e Padre” (cfr. Ap 1, 5-6). La liturgia è la celebrazione di questo appartenere a lui come regno di sacerdoti per il suo Dio e Padre. È sensibilizzarci in questo senso la nostra preoccupazione. Perciò, scendendo nella pratica, come possiamo migliorarci? Possiamo migliorarci nella liturgia della lode, nella liturgia del sacrificio e nella liturgia dei sacramenti. Nella liturgia della lode: la partecipazione è manchevole sia alle lodi della domenica, sia al vespro, basta dare un’occhiata, basta dare un’occhiata! Deve essere preoccupazione di tutta la comunità questo sforzo di partecipazione. Vorrei che tutti lo sentissero come un fatto proprio, perché è un fatto della comunità, è un fatto di noi Chiesa che viviamo a Sant’Ilario; è un fatto di noi Chiesa, quindi è un danno la non partecipazione. Ci deve essere uno sforzo grande, non solo di quelli responsabili delle sezioni minori - i delegati e le delegate - contate, contate! Uno, due, tre, quattro, cinque… ecco, ma di tutti gli altri: dei delegati, dei responsabili dei gruppi adulti, che sono piuttosto manchevoli, per riuscire una partecipazione piena! Dovremmo essere come a Messa, non di meno a vespro e alle lodi! Dovremmo essere come a Messa. Saremo qualche cosa come un sesto… un sesto. Partecipazione attenta, attenta, perché si canta e si cerca di cantare bene, ci si sforza di cantare bene. Attenta, perché meditata, perché tutti, anche quelli che la sanno a memoria, hanno davanti il libro, perché non sono ispirati e senza il testo davanti è più difficile meditare! Partecipazione convinta di fare una grande cosa. Lodare Dio al mattino e lodare e ringraziare Dio nel chiudersi della giornata. Benedire Dio al mattino per l’opera sua della creazione, della redenzione del suo intervento nella storia della Chiesa; ringraziare Dio per le opere mirabili della redenzione - primo salmo -, del nostro inserimento nel mistero pasquale - secondo salmo -, per la nostra partecipazione alla lode che Gesù dà al Padre suo – terzo -. Non mi posso dilungare di più. Liturgia del sacrificio: perché la nostra Messa sia veramente sentita, nell’ordine della meditazione che vogliamo essere dominante quest’anno, l’Eucarestia. Sentire come siamo chiamati a vivere il mistero eucaristico nella totale nostra adesione. Quindi una cura speciale della Messa, che è l’Eucarestia che si rinnova per noi e per la nostra salvezza e per la salvezza del mondo. Dobbiamo sentirci missionari soprattutto nella Messa. Partecipazione attenta. Attenta, voglio dire unanime, voglio dire generosa, voglio dire evitando tutte le distrazioni. E l’altra liturgia, la sacramentale, sottolineando soprattutto una partecipazione convinta e attenta ai nostri battesimi, che sono una magnifica predica, sono un segno di Cristo che non abbandona la sua Chiesa, ma la rinnova continuamente. Ci sono tante cose da dire, accenno solo, ma una revisione in senso liturgico urge. Domenica farò un’altra parentesi, parlerò di come vivere il nostro Avvento in ordine all’Eucarestia e in generale cercherò di fare delle parentesi proprio per sottolineare i tempi liturgici e ci aiuti Dio a progredire.

CODICE 76MMV0133ZN
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 21/11/1976
OCCASIONE Catechesi a Vespro
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Nota sulla partecipazione alla vita liturgica
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