Le parole dell'apostolo sono tanto forti e tanto evidenti che ci devono fare pensare fino in profondo. “Non sapete? Non sapete? Che cosa aspettate a sapere?” Domenica parlavamo della volontà e dicevamo che, se non ci doniamo a Dio con una volontà energica e pronta è inutile, tutto è inutile. “Uno solo conquista il premio - continua l'apostolo - uno solo. Correte anche voi!” Ecco la norma della vita spirituale. La vera vita spirituale è segnata da queste parole: correte anche voi. Non dice: cammina; non dice: va' di passo; non ancora dice: fermati. Dice: correte! Perché dobbiamo meditare molto su questo verbo: correte? Perché troppe volte la vita spirituale è segnata da un'altra parola, una parola che si ripete con monotonia esasperante. E quella parola è negligenza. Siamo dei negligenti, come degli scolaretti che fanno tutto tanto per fare. Come degli scolaretti pigri che cercano solo di evadere, così è molte volte di noi. Noi siamo negligenti. La tua preghiera? C'è. E come è? Un po’ negligente. La tua meditazione? Com'è? È un po’ negligente. La tua partecipazione alla liturgia? Negligente. Il tuo impegno per la virtù? Ancora. Il tuo impegno per l'apostolato? Ancora. La negligenza, come una atmosfera, ci circonda. Come nelle giornate, certe giornate d'inverno e d'autunno abbiamo la coltre della nebbia - non si può correre con la nebbia, non si respira bene con la nebbia - ecco, l'atmosfera nostra, la nebbia nostra è la negligenza. Facciamo le cose, ma le facciamo tutte in qualche maniera. È giusto allora che ascoltiamo l'invito dell'apostolo: correte! Non un passo stanco, non un passo svogliato. Correte! Avete sentito, è un imperativo. Non dice: cercate di mettervi a correre, provate a pensare che qualche volta sarebbe bene correre. “Correte anche voi”. Vincere finalmente la negligenza è un discorso perenne, ma è soprattutto un discorso quaresimale. Correte! Perché altrimenti, lo dice l'apostolo, siamo degli atleti sconfitti, perché degli atleti non impegnati, perché degli atleti che sono così sciocchi da scendere nello stadio e da star lì a gingillarsi perché sa fatica, perchè costa. Siamo nello stadio della virtù, dell'amore di Dio, corriamo. Corriamo con gioia perché Dio ama chi dà con gioia.
CODICE | 80BPV01340N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 24/02/1980 |
OCCASIONE | Catechesi al Vespro |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Moralità |
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