Parlavamo dei servizi della Chiesa, abbiamo parlato del servizio dell’annuncio del vangelo e del servizio dei sacramenti. Il terzo servizio è il servizio della carità. Celebrare l’Eucaristia non è per la Chiesa un gesto innocuo, celebrando l’Eucaristia sa bene di compromettersi, di legarsi: accettando di essere amata e servita da Cristo, sa di obbligarsi ad amare e a servire concretamente gli altri. L’Eucaristia è un' alleanza con Cristo e come ogni alleanza chiede il suo cambio, la sua legge. La legge dell’Eucaristia è l’amore, amare è quindi la vocazione propria della Chiesa, in tutta la sua vita, in questo la Chiesa non si fa illusioni, sa che tutto il resto: gli apparati, l’organizzazione, lo studio, per quanto possa apparire grande e stupendo, è fragile e caduco, se non è espressione di amore. La ricchezza, il successo, la forza, la cultura sono realtà in se stesse passeggere; la carità deve essere la vita della Chiesa, norma suprema e definitiva. Ed è nella carità, quindi, il servizio primo, totale della Chiesa. Per questo ogni comunità cristiana è chiamata a diventare luogo di carità, luogo di accoglienza reciproca. “Accoglietevi gli uni gli altri - dice l’apostolo - come Cristo accolse voi per la gloria di Dio” (Rm 15, 7). Dobbiamo nella fede superare ogni istinto di paura, davanti agli altri, godere e gioire della loro presenza e amarli nella carità. Comunità ospitali, gioiose per la presenza del Signore, pronte a soccorrersi a vicenda; il Signore ci vuole donare autentici animatori di carità: i volontari della carità, gente di fede, umile, che sappia amare senza chiedere di essere ricambiata, che sappia donare senza ritenersi creditrice, che sappia seminare la pace dovunque, nelle famiglie, nel lavoro, nella politica, dovunque gli uomini si incontrano, vivono e soffrono insieme, che sappia chinarsi sulle più diverse manifestazioni della miseria umana. E allora come di fatto esercita quest’azione ministeriale la Chiesa? Ecco, ci sono ministeri nella Chiesa: vi sono ministeri laicali istituiti, ci sono i ministeri di fatto, e ci sono i ministeri ordinati. Questa sera parliamo di ministeri laicali istituiti. Due. Hanno istituito, dopo il Vaticano II, il lettorato e l’accolitato, cioè il ministero della parola e quello dell’Eucaristia. Sono due ministeri affini, da sempre la Chiesa ha visto nella parola di Dio e nell’Eucaristia due manifestazioni diverse dello stesso cibo che Dio ci dona, per orientarci e irrobustirci nel cammino verso di Lui. Sono quindi due ministeri che si collocano al centro della vita della Chiesa. Il lettorato: anzitutto il ministero dei lettori, i primi lettori permanenti per la nostra diocesi saranno istituiti il prossimo giovedì santo. Sapete che ce ne saranno anche della nostra comunità; sono ascoltatori attenti e fedeli della parola di Dio che ne hanno fatto il loro cibo spirituale, tanto da diventarne anche annunciatori. A quelli che si preparano a diventare lettori chiedo di fare della parola di Dio il testo quotidiano di preghiera e di studio, è necessario che la Sacra Scrittura diventi per loro famigliare, che la conoscano, la studino ogni giorno. La parola di Dio però è parola viva, non può quindi essere solo oggetto di studio, deve diventare anche testo di preghiera; quando i lettori avranno fatto della Bibbia il loro cibo spirituale, dovranno anche aiutare la comunità ad ascoltare la parola, in gruppi di riflessione sul Vangelo, nelle case. La preparazione della liturgia della domenica, l’annuncio preciso della lettura nell’assemblea domenicale sono solo alcuni modi in cui i lettori eserciteranno il loro ministero. Per i lettori, come per tutti vale sempre l’esortazione ad esercitare il proprio ministero con umiltà, non cercando riconoscimenti, non ritenendosi al di sopra degli altri, ma piuttosto al di sotto, come servi. Il modello dei lettori è ancora Maria Santissima che meditava le opere del Signore nel suo cuore. L’accolitato: la figura dell’accolito deve ancora trovare una sua collocazione chiara; si capisce bene qual è il suo compito: far sì che la celebrazione Eucaristica sia partecipata e viva. Rimangono da inventare i modi concreti in cui l’accolito può operare per raggiungere questo scopo. Che ci sia oggi un grande bisogno di accoliti nelle nostre comunità è fuori discussione. In questi ultimi anni è entrata a poco a poco nei fedeli la convinzione dell’importanza della liturgia della parola con l’omelia e bisogna riconoscere che questo è un passo avanti, ma in parallelo sembra diminuita l’importanza della preghiera eucaristica. Bisogna recuperare il senso del mistero della messa, non certamente attraverso l’incomprensibilità dei riti, ma attraverso la percezione sempre più profonda della ricchezza del mistero pasquale. Ecco, il compito più urgente dell’accolito.
CODICE | 78BRV01342N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 26/02/1978 |
OCCASIONE | Catechesi al Vespro |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Ministerialità |
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