28/01/1973 - Vespro IV Domenica Ord

Sant’Ilario d’Enza, 28/01/1973
Catechismo vespro

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Domenica scorsa parlavamo del parallelismo tra la Vergine Maria ed Eva: Esuli figli di Eva” commentavamo. Le parole che seguono, “A te sospiriamo”, sono, in fondo, un commento alla proposizione di prima. Perché sospiriamo a Maria? Sospiriamo nel travaglio del passaggio, nel travaglio della trasformazione, in fondo di ciò che dice S. Paolo: la fatica di vincere l’uomo vecchio e di fare l’uomo nuovo. Per diventare figli di Maria, per vincere cioè in noi le tendenze cattive, i difetti, gli egoismi, le chiusure c’è una lotta che in certi momenti appare praticamente molto difficile, agli occhi umani sembra impossibile. I nostri santi ce lo hanno testimoniato: prima di diventare santi hanno sofferto un martirio di spirito. Non è facile diventare cristiani, è difficile, perché diventare cristiani è perdere una parte di noi stessi e non vivere più per noi, ma vivere per Cristo. È in quest’ordine allora che sospiriamo, cioè dobbiamo assomigliarci a Gesù nell’aiuto che ci dà la Madonna. E il nostro sospiro è il sospiro di tutta la nostra vita, perché nessuno può mai dire “Io sono arrivato”, ma finché siamo su questa terra siamo, dirà l’apostolo S. Paolo, come in un travaglio simile al travaglio del parto. È evidente allora che il sospiro nostro verso la trasformazione è ancora il sospiro verso la patria celeste, verso il Paradiso, dove vi sarà veramente la pace e la tranquillità, dove nessuna forza ci potrà più strappare alla grazia e all’amore di Dio. Dobbiamo allora prendere atto di questa lotta. È una lotta perché è un superamento non di una giornata, non di un mese, è un superamento continuo. Dobbiamo superare la nostra visuale ristretta per adottare la visione di fede, dobbiamo superare la nostra tendenza all’avarizia, al possedere, perché sono beati i poveri, dobbiamo superare il nostro egoismo ed aprirci e stimare gli altri, dobbiamo cercare di dimenticare le nostre esigenze, i nostri diritti per porci a servizio di Dio nella Chiesa, dobbiamo cioè continuamente vivere una vita di superamento. Questo è il nostro lavoro e in questo è prezioso l’aiuto della Madonna. Ella ha saputo trionfare di ogni difficoltà: certo, non aveva come noi le tendenze cattive, però quanta sofferenza nella sua vita, quanta oscurità, quanta umiltà! Ed è in quest’ordine che la Madonna ci insegna la strada, ci insegna che nella via del Signore non ci sono dei privilegi, non ci sono dei doni che esonerano dalla situazione comune di questo mondo, che lei, che è stata senza il peccato originale, ha dovuto vivere nella sofferenza e nella miseria di questo mondo, anche Lei. C’è un motivo profondo allora perché noi ricorriamo a Lei: c’è la sicurezza che, avendo condiviso il nostro soffrire, ella potrà come una mamma dare gli aiuti e le grazie necessarie. Sia quindi fervida e continua la nostra invocazione a lei, soprattutto nei momenti di stanchezza e di tentazione: di stanchezza, quando tutte le cose sembrano ancora più gravi, quando tutte le cose formano un peso, quando la noia prende la nostra anima e la rende molto triste, e di fronte alla tentazione, soprattutto a certe forme di tentazione che ci presentano la via del male così colorata in bene e la via del bene così difficile. Ecco, la nostra invocazione alla Madonna sarà preziosa, sapendo che tutte le grazie passano dalle mani di Maria.

CODICE 73ATV01333N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 28/01/1973
OCCASIONE Catechismo vespro
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI l’aiuto della Madonna
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  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
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