02/02/1975 - Vespro IV Domenica Ord

Sant'Ilario d'Enza, 02/02/1975
Catechesi a Vespro

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Abbiamo parlato della nostra doverosa lode a Gesù, della lode che deve partire da ognuna delle nostre anime, della lode che deve uscire dalla comunità: la liturgia. Ed è proprio nella liturgia che noi troviamo tutte le volte un invito, l’invito ad unirci agli angeli, a prendere come modello gli angeli. In ogni prefazio prima della solenne preghiera eucaristia, l’invito, l’esortazione, l’insegnamento sono molto evidenti, perciò: “insieme agli angeli e agli arcangeli, insieme ad ogni coro celeste cantiamo l’inno della tua lode”. Indubbiamente gli angeli sono i nostri modelli, i modelli della preghiera di lode e di adorazione, di quella lode e di quella adorazione che esce dai cuori che amano. Vediamo allora che frequentemente si parla nella storia della spiritualità cristiana degli angeli del tabernacolo, degli angeli dell’Eucaristia, proprio a sottolineare come gli angeli hanno come loro compito la lode, la lode al cuore di Gesù nella gloria del cielo, la lode al Cuore di Gesù che è posto così, qui, per noi, sotto i veli eucaristici. La nostra lode allora ha un modello, è su questo modello che è giusto che spesso ritorniamo. Gli angeli sono in una lode perenne, senza interruzioni, notte e giorno benedicono e glorificano il Cuore di Gesù. È per loro sommo gaudio, è per loro vero motivo di supplire alla nostra povertà. Gli angeli ci insegnano la lode perenne. È per questo che noi moltiplicheremo la preghiera di lode. “È degno di ogni lode”, come osservavamo; è al Cuore di Gesù che deve perciò ripetutamente indirizzarsi la nostra lode: al mattino quando ci alziamo, durante il giorno, perché le azioni siano altrettante lodi, alla sera col desiderio che tutto, anche il nostro stesso riposo sia nell’ordine di questa lode. Perciò, se noi non possiamo fare ancora come gli angeli, sia la nostra lode moltiplicata. Secondo: la lode degli angeli è una lode di molta luce, gli angeli conoscono bene quanto ha fatto Gesù e perciò la loro lode è veramente responsabile. Anche la nostra lode deve diventare sempre più viva e sempre più grande, impegnandoci a conoscere sempre meglio il cuore del nostro Salvatore. Terzo: la lode degli angeli è una lode ricca di amore: lodano proprio perché amano, proprio perché il Signore Gesù è sommamente degno di amore; e la nostra lode ugualmente deve partire da un cuore che, riconoscendosi amato, contraccambia. Non potremo mai amare Gesù come Lui ama noi, ma dobbiamo salire sempre in questo amore, perché sempre meno sia il dislivello. Quattro: la lode degli angeli è una lode per gli altri oltre che per loro; e anche noi dobbiamo lodare il cuore di Gesù per tutti quelli che non lo lodano, la nostra lode deve sostituirsi a quella che manca, deve essere forte, perché noi abbiamo ricevuto di più; più intorno si moltiplicano i peccati, più si moltiplica la bestemmia, più dobbiamo moltiplicare le lodi! Dobbiamo lodare Dio per tutte le anime della nostra parrocchia. Dobbiamo lodare Dio per tutti coloro che sono lontani, dobbiamo riparare particolarmente la bestemmia, lodando e benedicendo il Signore per tutto quello che ha fatto, per tutto quello continua a fare. Sentiamoci questo impegno di lode, sentiamo questo impegno di generosità, sentiamo che più lode noi diamo, più siamo nell’ordine di ciò che è giusto, di ciò che è vero. Non esagereremo mai, perché la lode che si merita il Cuore di Gesù è infinita; moltiplichiamo, perché è nostro dovere, moltiplichiamo soprattutto, perché dolce e bello è per noi stare così, davanti al Cuore di Gesù, soprattutto nell’Eucaristia.

CODICE 75B1V01333N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 02/02/1975
OCCASIONE Catechesi a Vespro
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Degno di ogni lode
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