03/02/1980 - Vespro IV Domenica Ord

Sant'Ilario d'Enza, 03/02/1980
Catechesi al Vespro

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"Voi vi siete accostati al monte di Sion". Avvicinarsi a Dio, proprio perché è il primo che chiama. Il Signore ci chiama a intessere con lui una relazione profonda, una relazione d'amore, un dialogo che per noi diventa sorgente di vita e sorgente di gioia. Non ci si può avvicinare a Dio se non in questo sentimento di profonda venerazione e di profonda riconoscenza. Dio ti chiama, chiama ogni uomo a realizzare con lui quanto lui desidera per il bene di ognuno. La mente aperta, il cuore disposto, ognuno secondo quello che ha ricevuto. Parlavamo di responsabilità, responsabilità morale piena nell'adulto illuminato che ha davanti a sé la parola di Dio, la sua legge. Ma Dio non agisce in base ad uno schema, ogni anima davanti a lui è un mondo, è qualche cosa di nuovo e quello che avviene tra l'anima e Dio, solo Dio lo sa. Il Signore chiama il bambino, il Signore vuole che il bambino in quanto capisce, in quanto la sua mente è stata aperta, in quanto la sua volontà è disponibile dica il suo sì. È il sì suo, cioè proporzionato, è un sì che il Signore non vuole meno di quello dell'adulto. Ogni anima per lui vale tutto il sangue del suo Figlio. Anche quando, secondo il nostro giudizio, un'anima non è aperta, quando secondo il nostro giudizio un'anima addirittura non capisce (gli handicappati mentali), non sappiamo qual è il dialogo segreto. Dio chiama anche queste anime, Dio le chiama e le vuole sue e per i suoi disegni ha permesso questa che ci sembra una grave lesione, una grave deficienza. Dio chiama, chiama tutti e premia tutti e dona a tutti e ognuno secondo i talenti risponderà. Indubbiamente coloro che hanno ricevuto poco dovranno rendere poco, noi che abbiamo ricevuto molto abbiamo una grande responsabilità; però ricordiamo sempre che vivere è un grande dono di Dio, è meglio vivere che non vivere, è meglio avere poco che non avere niente, proprio perché non sappiamo il giudizio di Dio e certe persone che per noi capiscono poco, che per noi non hanno una vita morale sviluppata forse davanti a Dio sono in condizioni migliori delle nostre. Da parte nostra accostiamoci al monte di Sion, alla città del Dio vivente con delle disposizioni fondamentalmente forti e rette: dir di sì a Dio. Accostarsi al colloquio e alla relazione profonda con lui, amare quello che lui ama, respingere quello che lui respinge. Tutta la nostra vita è posta nel suo amore, ricordiamolo! Tutta la nostra vita ! Non c'è nessun aspetto della nostra vita che sfugga alla sua sapienza e al suo amore, non v'è nulla! Quello che fa Dio lo fa bene, quello che domanda Dio è giusto domandare, è giusto perciò dare, è sommamente gioioso il darlo per il tempo e per l'eternità.

CODICE 80B2V01333N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 03/02/1980
OCCASIONE Catechesi al Vespro
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Moralità
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  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
    tra la vita delle persone, condividendo tutto. 
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