06/02/1972 - Vespro V Domenica Ord

Sant’Ilario, 6/02/1972
Catechismo al Vespro V domenica Tempo Ordinario

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[…] come si esprime la riconoscenza di noi sue creature e suoi figli? Diciamo ancora che si esprime nel ringraziamento, quando ancora è riconoscenza, è constatazione ricca di amore di quello che lui ha compiuto a nostro riguardo. C’è un altro dovere: i figli amano e per loro non è piccola cosa che il Padre sia amato anche dagli altri. L’amore contiene in sé quello che noi chiamiamo lo zelo, l’ardore cioè di volerlo vedere amato. Se in lui vediamo ogni bene, se in lui vediamo ogni gioia, se in lui vediamo che solo la vita può avere un valore, non possiamo restare indifferenti che altri uomini non lo amino, che altri uomini restino indifferenti, che altri uomini, peggio ancora, lo offendano. La constatazione dei peccati del mondo è una constatazione che riempie il cuore di tristezza per un figlio che veramente ama il suo Padre celeste. Entra perciò una tristezza d’amore, la tristezza di chi vorrebbe amare di più, di chi vorrebbe che gli altri amassero di più, la tristezza della povertà del proprio amore, la tristezza della povertà che si vede nel mondo, che si constata, di questo amore. Il peccato non ci può lasciare indifferenti, il peccato che è negazione di amore, che è ribellione all’amore, che è allontanamento da lui. Di qui il dovere che noi diciamo «di riparazione». Un cristiano è chiamato a collaborare, proprio per il suo ruolo, perché ha ricevuto l’amore, perché ha ricevuto il dono inestimabile della fede. Il peccato nel mondo non si toglie nemmeno in piccola parte se non c’è la collaborazione, perché Dio vuole che ognuno di noi sia redentore. La nostra unione con Gesù si realizza perfettamente diventando come lui, e Gesù “per noi uomini, per la nostra salvezza discese dal cielo”. È diventato uno di noi, Gesù ha insegnato, Gesù è morto per sconfiggere il peccato, per dare all’uomo la verità e l’amore. Noi uniti a Gesù dobbiamo riparare al peccato, cioè dobbiamo lottare contro il peccato, dobbiamo essere nella stessa linea di Gesù offrendo cioè la nostra preghiera, offrendo cioè i nostri sacrifici, impegnandoci cioè per il trionfo del regno di Dio nel mondo. È sommamente importante ed è la lezione che dobbiamo sempre più ravvivare e rendere sempre efficace nella messa. Che senso ha la nostra messa se non è per la redenzione? Che senso ha la nostra messa se non è per il mondo? Per la salvezza di tutti gli uomini? perché tutti gli uomini abbiano la gioia di unirsi al Cristo e nel Cristo trovare il Padre. Guardiamo quindi di sentirlo vivo questo spirito di riparazione, di sentirlo come una componente essenziale della nostra spiritualità: non siamo da soli. Dobbiamo riparare i nostri peccati, sì, ma nello stesso tempo dobbiamo riparare i peccati del mondo, dobbiamo cercare, con Gesù, di portare amore al Padre, dobbiamo desiderare con tutto il cuore e impegnarci con tutte le forze perché i nostri fratelli trovino la strada del ritorno al Padre, perché tutti noi possiamo formare una unità, nel cuore del Padre, con Gesù. È importantissimo questo spirito di riparazione, e non si dà un vero culto al Padre e non si pone una vera religiosità se non insistendo in questo spirito di redenzione. Ogni cristiano è redentore, insieme con Gesù. Insieme con Gesù è tutto per la redenzione. Vale questa nostra riflessione in questo tempo di carnevale, che tradizionalmente nella Chiesa è dato alla riparazione. In modo speciale il tempo di carnevale nelle nostre chiese è consacrato all’adorazione del Santissimo Sacramento per essere con Gesù in questa preghiera, in questa invocazione, in questa azione soprannaturale per salvare tutti gli uomini.

CODICE 72B5V01334N
LUOGO E DATA Sant’Ilario, 6/02/1972
OCCASIONE Catechismo al Vespro V domenica Tempo Ordinario
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Riparazione
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