24/10/1976 - Vespro XXX Domenica Ord

Sant'Ilario d'Enza, 24/10/1976
Catechesi a Vespro

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Abbiamo visto come ognuno di noi può attingere al cuore del Cristo, alla sua pienezza, ma il discorso non si ferma a noi, non può fermarsi a noi. Tutta la sostanza di una vita cristiana, è proiettata verso gli altri. Riceviamo dalla pienezza di Cristo per comunicare agli altri, per donare agli altri. Dico: la stessa sostanza della vita cristiana. Quando il Signore ci ha insegnato a pregare, ci ha insegnato gli elementi fondamentali di una vita di fede, gli elementi fondamentali che sono proiezione dei suoi. Cristo è stato il primo grande missionario: mandato dal Padre, è venuto sulla terra, ed è venuto perché tutti gli uomini “abbiano la vita e l’abbiano in sovrabbondanza” (Gv 10, 10). Vuole che anche noi ci preoccupiamo, non di una preoccupazione passeggera e temporanea, non di episodi di preoccupazione, ma tutta la nostra vita deve essere perché gli altri conoscano e amino Cristo Signore e siano redenti da lui. Tutti redenti da Cristo. “Venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà” (Mt 6, 9-10). Ecco quale deve essere la nostra piena preoccupazione: il suo regno. Il suo regno che venga in tutti i modi, che venga dappertutto, che venga in tutti, che venga così da formare veramente la vera salvezza, la vera felicità di tutti gli uomini. Diciamo questo con una parola unica: spirito di missionarietà, o apostolato, o evangelizzazione. Spetta a noi essere veicoli di questa evangelizzazione, spetta a noi. E se siamo pigri e se siamo egoisti e se siamo chiusi e se siamo indifferenti, noi assumiamo una tremenda responsabilità. Ricevere il fuoco e tenerlo in noi, ricevere la vita e non darci, ricevere una ricchezza e non distribuirla. L’apostolo è colui dunque, che entrato in comunione profonda con Cristo, cerca di essere completamente a disposizione, cerca di essere completamente donato, perché attraverso di lui Cristo regni, attraverso di lui Cristo giunga a tutte le anime, anche le più refrattarie. Voi sapete che questo apostolato non può essere solo una parola, non può essere solo un desiderio, deve essere un’opera eseguita anche con grandi sacrifici. L’apostolato richiede un impegno, l’apostolato richiede una rinuncia del nostro tempo e dei nostri comodi, l’apostolato è urgente: non possiamo aspettare, le anime devono essere salvate, le anime devono essere salvate oggi. Per quanto sta in noi, dobbiamo dunque adoperarci completamente e non possiamo stare tranquilli, assaporando le cose belle della nostra fede e non dandole agli altri. Non possiamo stare tranquilli! La tranquillità della nostra coscienza, può esserci quando noi abbiamo fatto tutto quello che è possibile, tutto quello che è possibile nella preghiera, tutto quello che è possibile nel sacrificio, tutto quello che è possibile nell’attività, tutto, pienamente. Ogni cristiano deve essere un apostolo, ogni cristiano deve essere un apostolo continuo, ogni cristiano deve essere un apostolo convinto, ogni cristiano deve mettersi a disposizione per il regno di Dio. Perciò è logico che ci chiediamo quanto eseguiamo questo nostro preciso dovere, quanto ci diamo attorno, perché questo regno di Dio venga completamente accolto. Si capisce che satana lavora, si capisce che lavorano coloro che sono come le membra di satana, lavorano e non c’è da temere la persecuzione, perché Cristo è con noi. La gloria vera nostra, è soffrire qualche cosa per il Signore, è soffrire qualche cosa per il suo regno e per la dilatazione del suo regno. Così come si racconta degli apostoli, che erano contenti, perché avevano subito ingiuria nel nome del Signore Gesù, per il nome di Gesù soffrivano volentieri, per questo sono stati grandi e hanno fatto tanto bene.

CODICE 76LPV0133TN
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 24/10/1976
OCCASIONE Catechesi a Vespro
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI 17- dalla cui pienezza noi tutti abbiamo attinto
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