10/11/1974 - Vespro XXXII Domenica Ord

Sant'Ilario d'Enza, 10/11/1974
Catechesi a Vespro

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Nella invocazione successiva a quella da noi considerata Gesù viene chiamato “abisso di ogni virtù”. L’immagine dell’abisso è frequentemente richiamata nelle rivelazioni fatte a santa Margherita Maria Alacoque. Abisso dice una cosa così profonda, così grande che sfugge a una misurazione, che dà esattamente l’impressione di qualche cosa che non è raggiungibile ed effettivamente l’immagine forte dà bene l’idea. Gesù è chiamato l’abisso di virtù, perché le sue virtù non sono da noi raggiungibili nella loro pienezza e nella loro qualità. Gesù è un modello che assolutamente non si può raggiungere, eppure Lui stesso si è presentato come un modello per noi. E questo significa che noi dobbiamo imitarlo, anche se non raggiungeremo mai la sua perfezione, perché è la perfezione del Figlio stesso di Dio; ma si è reso nostro modello, un modello che noi abbiamo la gioia di potere imitare, che abbiamo la forza di potere imitare. Egli ci ha voluto, e questo è il disegno della salvezza, ci ha voluti “conformi all’immagine del figlio suo” (Rm 8, 29) come dice la scrittura. È dunque in Gesù che dobbiamo fissare sempre il nostro sguardo: come ha fatto Lui, debolmente, poveramente, nella nostra miseria, dobbiamo imitarLo. Dobbiamo cioè essere simili a Lui, almeno nei tratti essenziali. Noi saremo salvi se avremo questa somiglianza. Saremo rifiutati dalla giustizia di Dio se non avremo questa fondamentale somiglianza; è la parola che Gesù stesso ha sottolineato: “In quel giorno vi dirò: io non vi conosco” (Mt 8 24). Non conosce coloro che non hanno almeno alcuni tratti della sua fisionomia; non li conosce! L’importanza allora di costituire il nostro modello in Gesù è un elemento base di tutta una vita spirituale. Che cosa ha detto il Padre? “Ascoltatelo”(Mt 3, 17). Che cosa ha detto il Padre celeste? “Imitatelo”. È Gesù, dunque, salvatore per le sue opere, per le sue parole, ma è salvatore ancora con il suo esempio. Ci ha detto sostanzialmente il Padre: volete essere salvi, volete trovare le mie compiacenze, volete essere insieme con Lui nel mio amore? Imitatelo. L’imitazione di Gesù è dunque una necessità di salvezza, ma è ancora una grande gioia per noi, perché Gesù è il più perfetto, Gesù è il più amabile, Gesù è il più completo di tutti i personaggi che sono apparsi nella storia dell’umanità. Imitare Gesù è acquistare una ricca personalità, è avere al proprio attivo molte cose buone; ed è per questo che noi in questo mese di novembre vogliamo in modo speciale guardare al modello Gesù e ce lo proponiamo anche come preparazione all’Avvento. Iniziare il nuovo anno liturgico persuasi, volenterosi nella imitazione di Gesù: l' anno liturgico non è che un invito alla meditazione sui misteri di Gesù. Persuadendoci della necessità di questa imitazione passeremo un anno liturgico, che è anno santo, veramente efficace e costruttivo.

CODICE 74M9V0133VN
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 10/11/1974
OCCASIONE Catechesi a Vespro
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI 11- abisso di ogni virtù
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