15/11/1987 - Vespro XXXIII Domenica Ord

Sono tante le benedizioni che ci ha dato il Signore e tutte ce le ha date per mezzo di Gesù; per questo Gesù lo chiamiamo il nostro Salvatore e il nostro Redentore. Tra tutte le grazie che ci ha dato, splende il Cuore Immacolato di Maria: è il dono più forte per la nostra debolezza e per la nostra necessità. Quando diciamo “cuore” vogliamo dire amore; quando diciamo “Cuore Immacolato” vogliamo dire un amore così fine, così alto, così nobile, così universale che ci investe tutti, perché in Maria Gesù ci ha dato la sua madre, non ci ha dato semplicemente una madre, ma ci ha dato la sua madre, cioè ci ha dato quella che il Signore aveva fatto come prodigio, come prodigio di ogni benedizione, di ogni virtù, perché l’aveva fatta per Gesù e a Gesù aveva dato un grande regalo. “Il Padre, ha detto Gesù, ama il Figlio”. Il Padre per amore del Figlio ha dato una madre meravigliosa e Gesù ha preso questa madre meravigliosa e l’ha fatta madre nostra. Come dobbiamo essere contenti di avere Maria per madre, per madre con un amore così portentoso, così tenero, così generoso! Come dobbiamo rallegrarci! È una delle più grandi consolazioni per chi ha fede: sentirsi vicino la Madonna, sentire la sua meravigliosa tenerezza, la sua prodigiosa preoccupazione. Ci ama veramente e ci ama del vero amore, e ci vuole tutti di Dio, e ci vuole condurre tutti verso una vita serena e forte, verso una vita di vera perfezione cristiana. Sentiamo che, ripetendo l’Ave Maria, ripetiamo una fiducia, ripetiamo un insegnamento, ripetiamo perciò una gioia. Diciamola spesso l’Ave Maria, diciamola con vero sentimento, con vero abbandono, con vera soavità. Diciamola spesso l’Ave Maria, benedicendo Dio di tanta grazia, benedicendo Dio di tanta degnazione, benedicendo Dio che ci ha dato in Maria la sicura nostra speranza.