13/11/1988 - Vespro XXXIII Domenica Ord

Ci consola in ogni nostra tribolazione. L’Eucarestia è il pane che conforta, il pane che sostiene, il pane che ha una dolcezza infinita; come la manna e il riferimento alla manna è stato proprio di Gesù, la manna che aveva un sapore soave e dava tanta forza. E Gesù dice che, nonostante questo effetto prodigioso, gli Ebrei sono morti. Il Pane eucaristico è immensamente più grande, ha sapore meraviglioso, ha effetto corroborante di tanta forza, di tanta energia. Perché l’Eucarestia è il corpo e il sangue di Gesù di nuovo immolati per noi. Ogni Messa è un nuovo sacrificio e abbiamo l’Eucarestia così; l’Eucarestia che ci conforta viene dal sacrificio di Gesù, viene dall’offerta della sua immolazione. Ecco perché, giustamente, ci riferiamo all’Eucarestia quando vogliamo parlare di Pane che ci sostiene nel cammino, Pane che ci sostiene nel deserto, nelle tribolazioni del deserto, nelle ansie del deserto, nella sete del deserto. Bisogna che abbiamo molta comunicazione con l’Eucarestia: allora il nostro cammino è veramente rassicurato. Abbiamo Gesù con noi; con noi, come con i discepoli di Emmaus, fa strada e ci parla di una parola così illuminata che il nostro cuore, come per i discepoli, viene a essere caldo di affetto, caldo di movimento e di generosità. Quindi, proponiamoci di vedere le nostre preoccupazioni, di sentire i nostri dolori col cuore stesso del Signore che abbiamo per noi, che si comunica a noi nella Comunione, che ci dà quella interpretazione unica che è la serenità nel fare la volontà del Padre celeste.