10/05/1988 - Catechesi mese Maggio

La Beata Vergine arriva nella casa di Zaccaria. Arriva ed è un’esplosione di gioia nello Spirito Santo. Gioisce Elisabetta e diventa piena di Spirito Santo, gioisce il bambino nel grembo materno; Maria esulta come lei stessa dirà: “Esulta il mio spirito” (Lc 1,47). È tutto un fiorire di gioia ed è proprio la gioia santa, la gioia nello Spirito, la gioia nell’amore, la gioia nel dono, la gioia che porta l’uomo ad avere una partecipazione forte e diretta con la stessa divinità.

È proprio qui che stasera dobbiamo ammirare e interrogarci, perché troppo spesso ci manca la gioia dello Spirito, perché siamo portati al lamento, siamo portati ad esagerare le cose contrarie, a muoverci con sempre maggiore ritardo perché diciamo: “Abbiamo delle croci”.

Per avere la gioia di Dio bisogna che abbiamo le intenzioni di Dio e ascoltiamo le ispirazioni che continuamente lo Spirito Santo fa fiorire nella Chiesa e nel nostro cuore.

Bisogna che impariamo la virtù della pazienza, perché solo con la pazienza si matura la gioia. La pazienza non è semplicemente rassegnazione, è accettazione del piano di Dio, è sapere che il Signore, anche se ci fa parte delle sofferenze che ha avuto Gesù, che hanno avuto la Madonna e i Santi, lo fa per arricchirci di meriti, di grazie, per darci maggiore gioia.

Interroghiamoci allora sulla nostra pazienza, sulla nostra intuizione della volontà di Dio. Accettiamo con serenità le cose contrarie, come le ha accettate la Madonna. È stata tanto ricca di gioia e aveva delle incognite terribili davanti al suo spirito. La Madonna ci insegna come la gioia vera sa superare, sa vedere, sa trasformare.

Allora poniamoci in un fioretto di pazienza. Domani, ad onore della Beata Vergine, cerchiamo di essere più sereni e più mortificati nelle nostre esigenze perché possiamo anche noi, con la nostra pazienza, portare del bene a tutte le anime che aspettano la redenzione di Gesù.