02/04/1978 - Omelia Domenica in Albis Messa dei primi 7 diaconi ordinati

Sant'Ilario d'Enza, 02/04/1978
Omelia, II Domenica di Pasqua (in Albis) - Anno A - Messa dei primi 7 diaconi ordinati il 23/03/78

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At 2, 42-47; 1 Pt 1, 3-9; Gv 20, 19-31

“Beati quelli che pur non avendo visto crederanno”. È il tema di una fede viva, di una fede di segni, di una fede di ogni giorno, perché Cristo è risorto ed è in mezzo a noi, è nella sua Chiesa principio di grazia e di vita. E’ nella sua Chiesa e non l’abbandona mai e nei momenti più difficili sa suscitare, mediante lo Spirito Santo, una nuova fioritura di bene, una nuova affermazione, che convince sempre di più come lui ama la Chiesa e per la Chiesa dona se stesso. Lo abbiamo toccato con mano e oggi siamo riuniti per ringraziare il Signore e per invocare la continua sua assistenza. Il Giovedì Santo, per le mani del Vescovo, è sceso lo Spirito Santo su sette della nostra comunità: sono stati consacrati sette diaconi, consacrati come siamo stati consacrati noi sacerdoti. Sono stati consacrati per portare il Vangelo, per portarlo nella loro vita e nelle loro parole. Il diacono è incaricato della Parola e noi sappiamo che bisogno ha di verità il mondo moderno. Il diacono è incaricato delle omelie, è incaricato del catechismo, è incaricato di comunicare ufficialmente, da parte della Chiesa, la Parola di speranza e di verità.

Il diacono, avendo ricevuto lo Spirito Santo, è guidato da questo stesso Spirito, per potere comunicare solo quello che porta a salvezza, quello che porta incremento della Chiesa. Il diacono apre la sua bocca e annuncia il Vangelo.

Il diacono vuole essere servo, tiene il posto di Cristo servo, vuole essere Cristo servo, nel far capire agli altri quanto soave è il Signore e come tutto quello che può rappresentare una speranza viene da lui, dal Cristo Signore risorto.

Il diacono è ministro dell’Eucarestia. L’Eucarestia è data nelle sue mani, non la può consacrare ma la porta, la porta ai malati, la porta al popolo di Dio, la porta perché, nella gioia, gli uomini comprendano che solo nel cuore di Cristo c’è la pace. Il mondo ha bisogno di pace, il mondo è tormentato dall’ assenza di pace. Il mondo è schiavo delle sue passioni e ha bisogno di liberazione. Il diacono porta l’Eucarestia, entra autorevolmente nella Liturgia. Il diacono è il ministro dell’Eucarestia. Quale sentimento di fiducia e di pace! Abbiamo sette di più che portano l’Eucarestia, pensate, la ricchezza della nostra comunità, ricchezza di Spirito Santo, moltiplicazione di segni di salvezza, di meriti di salvezza!

Il diacono può battezzare. Il diacono può dunque ufficialmente fare dei figli a Dio, dei figli rinati nell’acqua e nello Spirito Santo. Il Battesimo è la porta dei sacramenti, il Battesimo è la base di tutta la costruzione cristiana. Porta il Battesimo. Il diacono è poi ministro di benedizione. Oh, quanto è soave! Quanto è soave! In un mondo di violenza e di oppressione, in un mondo lacerato dall’odio, abbiamo sette, sette che portano la benedizione, quella benedizione che sono incaricati di trasmettere. È Cristo risorto che comunica la sua benedizione per mezzo di loro a tutti gli uomini, a tutte le cose.

Il diacono ha ricevuto così il potere di benedire, di portare cioè la presenza di Cristo risorto dappertutto, in tutte le case. E quest’anno la benedizione delle case verrà proprio fatta prevalentemente da loro; freschi dell’unzione della grazia, freschi di Spirito Santo, passeranno di casa in casa a portare la benedizione. E, perciò, siamo solleciti a chiedere questa benedizione, a metterci d’accordo, perché la benedizione non è una cosa che si dà ai muri, non sono i muri che devono essere benedetti ma le persone e la benedizione pasquale deve essere data, quando possibilmente la famiglia è riunita ed è riunita nella preghiera ed è riunita nell’invocazione. Ci sarà il diacono che così porterà parole di pace, trasmetterà la grazia di cui è incaricato dalla Chiesa. Il diacono è poi il ministro di carità: avremo sette di più che si preoccupano, e di una preoccupazione che viene dalla Chiesa, dei nostri poveri e dei nostri malati. Il diacono si presta così, ad essere sensibilmente nella presenza di Dio e del suo amore. Il diacono dunque è ministro dell’amore di Dio. Quanti motivi di ringraziamento! Quanti motivi di speranza! Quanta gioia nella nostra comunità per questa grazia! Come dobbiamo essere riconoscenti anche a loro che, pur avendo il peso della famiglia e della professione, prestano questo incarico nella Chiesa con umiltà di servizio, muovendosi in vista dell’amore, di un' umiltà di servizio e di azione.

Quanto dobbiamo essere perciò fervidi nell’accogliere questa grazia, che il Signore ci dà con ricchezza e amore!

CODICE 78D1O01361N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 02/04/1978
OCCASIONE Omelia, II Domenica di Pasqua (in Albis) - Anno A - Messa dei primi 7 diaconi ordinati il 23/03/78
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Il diaconato
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