17/01/1980 - Omelia Giovedi I Ord S. Antonio abate

Sant'Ilario d'Enza, 17/01/1980
Omelia, Giovedì I settimana Tempo Ordinario, festa di sant’Antonio Abate

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1 Sam 4, 1-11;Mc 1, 40-45

"La lebbra scomparve e l'uomo guarì " (Mc 1, 42).

Nella festa annuale di Sant’Antonio abate ricordiamo il santo per quello che è stato e per quello che ha operato. L'azione del Signore è mirabile: come il Signore guarì i poveri malati, e abbiamo letto uno dei tanti episodi, così entra nelle anime, le guarisce e le fa grandi e le fa esemplari per tutte le generazioni cristiane.

Sant'Antonio abate era nato ad Alessandria d'Egitto nel 250... quanti secoli fa!

Restato orfano di padre e di madre, aveva 18 anni, si trovò responsabile della famiglia, aveva una sorella, e responsabile del patrimonio vasto, grande che faceva di lui un ricco.

Aveva molti beni terreni, aveva molte proprietà.

Il Signore lavorava in quell'anima di giovane, che comprese come i beni della terra devono servire per conquistare i beni del cielo e generosamente si privò dei beni terreni, perché capiva che la sua era una chiamata di assoluta perfezione. E si diede a servire il Signore, a compiere opere di bene, a intensificare la preghiera e divenne mirabile nella preghiera, nella scienza di Dio, tanto da essere maestro dei suoi fratelli. E un po’ alla volta quel giovane diventò un luminare della Chiesa di allora, diventò notevole sotto tutti gli aspetti e noi lo ricordiamo, noi lo invochiamo, noi lo studiamo per vedere che cosa ancora insegna a noi oggi: ci insegna la preziosità del colloquio con Dio, come dobbiamo preferire le cose spirituali e metterle davanti alle cose materiali, noi siamo portati a esagerare sempre nell'ingolfarci in cose e in preoccupazioni di questa terra e siamo facilmente trascurati per i beni di Dio celesti, grandi, quei beni che sono eterni come è eterno Dio. Ci insegna a vivere potentemente la nostra vita cristiana anche nella sua dimensione ecclesiale, sentendo i problemi della fede e i problemi della Chiesa che sono urgenti nella nostra epoca, sentendo che ognuno di noi deve dare testimonianza piena di questa carità, che deve albergare in noi, di questo amore.

Dobbiamo perciò chiederci: che cosa possiamo fare di meglio? Che cosa possiamo sperare di più nell'ambito della nostra spiritualità, della nostra vita cristiana?

E ognuno di noi, nell'intimo suo, darà una risposta; questa risposta la mettiamo nelle mani di Sant’Antonio, perché la presenti a Dio e su di noi scenda la grazia e la benedizione del Signore.

CODICE 80AGO01330N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 17/01/1980
OCCASIONE Omelia, Giovedì I settimana Tempo Ordinario, festa di sant’Antonio Abate
DESTINATARIO Parrocchia
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Sant’Antonio abate – I beni eterni
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