17/01/1985 - Omelia Giovedi I Ord S. Antonio abate

Sant'Ilario d'Enza, 17/01/1985
Omelia, Giovedì I settimana Tempo Ordinario, Memoria di Sant’Antonio abate

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Mi 6, 6-8; Mt 19, 16-21

Invochiamo sant’Antonio abate, lo invochiamo perché è un grande santo e potente davanti a Dio e lo vogliamo prendere come nostro modello, modello esemplare, anche se vissuto in condizioni diversissime da noi, anche se è stato un monaco del deserto. Sant’ Antonio è vissuto centodieci anni, dal 250 al 360, quasi cento anni di deserto, di preghiera, di umiltà, di lavoro. Sant’ Antonio non è stato però lontano dalla Chiesa, ha partecipato intensamente ed efficacemente a tutti gli avvenimenti della Chiesa, dalle persecuzioni, soprattutto dalla persecuzione di Diocleziano, era presente per incoraggiare, per condividere la persecuzione, ai fatti dolorosi che seguirono quando venne civilmente la libertà della Chiesa, alla grande eresia di Ario, alla quale si contrappose e sostenne meravigliosamente il suo vescovo, che era sant’Atanasio.

Mai assente, anche se in tanta ricchezza di preghiera e di colloquio col Signore sembrava una vocazione che lo isolasse, era proprio invece la sua stessa spiritualità che interveniva, che spingeva, che creava la sua azione.

Ecco ed è qui che ce lo dobbiamo proporre come modello: la vita cristiana non si può ridurre ad una esteriorità, non si può ridurre a fare delle cose buone, delle opere sociali ed esterne. La vita cristiana è prima di tutto una profonda unione con Cristo, una realizzazione profonda di amore, la nostra interiorità. E’ proprio di qui che bisogna sempre partire, si parte dall’amore di Cristo, da una vita intima e profonda vissuta con lui, da un colloquio quotidiano di preghiera. E’ di qui che fioriscono le vere opere, è di qui che fiorisce l’efficacia dell’evangelizzazione, perché il Signore prima delle opere vuole il nostro cuore, prima delle opere vuole il vero nostro servizio di amore, prima delle opere lui vuole il nostro vero, continuo spirito di fede. Ed è proprio sulla fede ed è proprio sull’amore che ci dobbiamo interrogare, per essere poi unanimi e pieni di carità nella Chiesa, nell’unione con tutti i nostri fratelli della fede, in una grande generosità, compiuta momento per momento.

Dobbiamo chiedere a sant’Antonio di darci questo amore vivo al Signore, questo dinamismo spirituale, questa generosità di ogni giorno.

Il Signore vuole pienamente, totalmente, gioiosamente il nostro cuore, non diamo solo dei riti. La nostra Messa vale quanto è l’amore che alberghiamo in noi; il valore della Messa è infinito, ma i frutti che ne ricaviamo dipendono dal nostro desiderio, dalla nostra fede, dal nostro amore.

Impariamo da sant’Antonio questo svolgimento di vita spirituale e camminiamo con profonda generosità: sempre di più per il Signore, sempre meglio nella nostra vita cristiana fervida e completa, una vita cristiana donata così, totalmente, partendo dalla mente e dal cuore, per andare efficacemente alle opere nella Chiesa.

CODICE 85AGO01330N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 17/01/1985
OCCASIONE Omelia, Giovedì I settimana Tempo Ordinario, Memoria di Sant’Antonio abate
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Sant’Antonio abate modello per noi
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