18/01/1979 - Omelia Giovedi II Ord

Sant’Ilario d’Enza 18/01/1979
Omelia, Giovedì II settimana Tempo Ordinario

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Questa sera incomincia l’ottavario di preghiera per l’unità di tutti i cristiani.

Purtroppo i cristiani che dovrebbero dare al mondo la testimonianza piena di carità e di unità, sono divisi tra di loro, da secoli sono divisi. E, se c’è stato qualche tentativo, è ancora troppo debole perché possa venire presto questa pienezza di regno.

Si richiede da noi un’insistenza di preghiera, un’insistenza di offerta, un’insistenza che dica la vera nostra volontà di convertirci e di unirci ai fratelli.

Abbiamo visto il brano del Vangelo, Gesù sacrificato, doveva chiedere una barca perché non lo schiacciassero, gli si gettavano addosso. La vita di Gesù è contrassegnata continuamente da questo sacrificio di dono perché tutti lo potessero avere, perché tutti lo potessero toccare per le loro infermità fisiche; poteva dire loro: “Non sono un medico, non sono venuto per essere un medico: pensate piuttosto alla vostra anima”: ma Gesù non dice questo, Gesù dice una parola di conforto, compie un’opera di misericordia continua. Non era venuto per fare la sua volontà.

Ecco la parola della Scrittura che autorevolmente lo interpreta fin dal primo momento, abbiamo letto il salmo 39 nel responsorio: “Ecco, io vengo, Signore, per fare la tua volontà”. Questo senso sacrificale Gesù lo manifesterà sempre nelle sue preghiere: dirà nella preghiera sacerdotale nell’Ultima Cena “io ti ho glorificato sulla terra compiendo l’opera che mi hai indicato”.

Ecco, Gesù che domanda la gloria, la gloria come risposta del Padre. Gesù sa che la gloria passa per il Calvario, Gesù accetta la volontà del Padre, Gesù accetta di bere il calice fino all’ultima goccia. “La tua legge è nel profondo del mio cuore”.

E la glorificazione che Gesù chiede non è solo per se’: è per tutti noi. E Gesù chiede allora al Padre che anche noi arriviamo alla gloria, insiste perché noi abbiamo il suo ideale, abbiamo la sua aspirazione e l’aspirazione più grande sta proprio qui, voler essere come Gesù, passare per il Calvario prima della gloria della risurrezione.

Il senso della preghiera sta molto in questa disponibilità: sia fatta la tua volontà.

La vera preghiera è mettersi a disposizione e non volere che Dio faccia la nostra volontà, non volere che a forza di insistenze Dio cambi parere e faccia quello che pare a noi, ma la vera preghiera sta nel metterci nelle disposizioni stesse di Gesù perché è così quello che Lui ha fatto, è così quello che a noi resta da fare per la nostra salvezza e la salvezza degli altri.

Ecco perché la nostra preghiera per l’unità dei cristiani deve sentire questo bisogno di offerta e di sacrificio, perché tutti i cristiani rinneghino i loro desideri, i loro personalismi, le loro aspirazioni umane, perché rinneghino la cocciutaggine delle loro tradizioni e possano veramente accedere a questa atmosfera piena e grande di amore, che tutti i cristiani sentano che devono fare unicamente una cosa, la volontà di Dio e tutti si vada verso la verità e verso la carità.

Ecco, allora pregando per i nostri fratelli, mettiamoci in disposizioni anche noi di questa carità, di questa apertura e cerchiamo di migliorare la nostra preghiera dando sempre questo senso profondo che è senso della ricerca della volontà di Dio, la ricerca del suo amore, la ricerca della sua gloria.

CODICE 79AHO01331N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza 18/01/1979
OCCASIONE Omelia, Giovedì II settimana Tempo Ordinario
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Preghiera per l’unità dei cristiani
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