18/04/1974 - Omelia Giovedi Ottava Pasqua

Sant’Ilario, 18 aprile 1974 – Ottava di Pasqua
Omelia

Ascoltiamo stasera ancora una volta il saluto di Gesù, di Gesù risorto: “Pace a voi”. Cerchiamo di capire un po’ di più che cosa vuol dire questo saluto, perché Gesù ce lo ha lasciato come un dono. La parola di Dio non è come la nostra parola, un suono. La parola di Dio è una comunicazione di Dio. È Dio che partecipa a noi qualcosa. Quando Gesù ha detto: “La pace a voi”, non ha espresso semplicemente un augurio, non ha voluto fermarsi a un desiderio. Gesù ha donato ai suoi apostoli un grande dono, che deve diventare anche il nostro dono, che deve diventare anche la nostra capacità di fare. Quando il Signore ha detto: “Pace a voi”, ha voluto dare agli apostoli una certezza, ha voluto dare agli apostoli una speranza, ha voluto dare agli apostoli una gioia. Ha voluto dare la certezza della sua presenza, ha voluto dare la soavità della sua presenza, ha voluto dare l’assicurazione che l’essere risorti comporta veramente l’essere con Cristo sempre. Ci ha voluto dare la speranza del paradiso. “Pace a voi!”.

Ecco, il Mistero Pasquale del Cristo sta allora nel partecipare con Cristo ad una sicurezza che è la sicurezza dell’amore del Padre. Che cosa infatti dimostra la risurrezione di Gesù? Che il Padre ha accettato quella morte, ha accettato quella croce per la salvezza del mondo; che il sacrificio di Gesù è stato accolto dal Padre e che perciò per gli uomini c’era la sicurezza del perdono. Egli ha inchiodato alla sua croce, dice san Paolo, la sentenza della nostra condanna.

La risurrezione di Gesù ci dice dunque la sicurezza della misericordia. Per quanti peccati noi possiamo aver avuto siamo sicuri di essere perdonati perché Gesù risorto ha ottenuto la compiacenza del Padre suo. Di qui nasce la gioia profonda, la gioia della nostra relazione con Dio nuova; siate cose nuove - suggerisce sempre l’apostolo - ormai le cose passate non sono più. La gioia è un equilibrio, la gioia è una grande armonia. Noi la possiamo avere in una nuova relazione col Padre proprio perché Gesù ci ha comunicato il beneficio della sua risurrezione, il beneficio che è comunicazione della grazia ottenuta per noi.

Ecco perché noi anche come popolo di Dio sentiamo questa meravigliosa realtà, la realtà di essere un’unica cosa col Signore, che primogenito di tutti i fratelli è risorto. Primogenito. Il primo. Domanda un secondo. Nel secondo posto siamo noi. La pace ha la sua espressione piena nella gioia. Ecco perché donandoci la pace Gesù ci dona questa gioia. Gesù ce la dona non semplicemente come un sentimento che poi può passare, ma ce la dona nella sua vera realtà che è la grazia, che è la nostra comunicazione col Padre. Una gioia dunque che nasce da un fatto reale, da un fatto nuovo. Noi individualmente e come popolo di Dio siamo creature nuove. La sua resurrezione ci ha donato tanta abbondanza di amore. Per questo guardiamo con molta sicurezza al domani. Il Signore trasformerà questo nostro corpo mortale a immagine del suo corpo glorioso. Ed è una pace che noi riceviamo da lui, ma che ancora doniamo agli altri perché nella nostra carità noi diffondiamo il suo dono, per cui quando auguriamo la pace ai fratelli noi vogliamo essere comunicativi della grazia di Cristo risorto. Il cristiano può benedire proprio perché possiede la grazie di Cristo risorto ed è una grazia che attraverso i cristiani si diffonde in tutto il mondo. Viviamo allora in questa pace. Non guastiamo questa pace. E cerchiamo di essere veramente comunicativi di pace, comunicando la carità del Cristo che è il frutto della sua grazia venuta in noi, comunicando la carità nella vita di ogni giorno, nelle circostanze anche più comuni. Dare l’amore agli altri è comunicare un frutto dello Spirito. Ed è mediante la risurrezione di Gesù che lo Spirito Santo è venuto in noi e ci ha costituiti, ci ha fatti di evangelizzatori, coloro che devono portare non se stessi, ma devono portare il Mistero Pasquale di Gesù.

Noi predichiamo Cristo crocefisso per questo predichiamo Cristo risorto.

CODICE 74DHO01361N
LUOGO E DATA Sant’Ilario, 18 aprile 1974 – Ottava di Pasqua
OCCASIONE Omelia
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
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