Sir 42, 15-25; Mc 10, 46-52
In questi giorni, che ci separano dalla Quaresima, ci è dato come esempio questo povero cieco, questo mendicante che, seduto lungo la strada, grida tutta la sua miseria, urla tutto il suo dolore. Lo sgridarono: “Taci!”, ma egli urlava ancora più forte: “Figlio di Davide, abbi pietà di me!” (cfr. Mc 10, 47-48 ; cfr. Lc 18, 38-39). E il suo gesto, la sua profonda miseria, il sentimento robusto della sua fede ha il sopravvento e Gesù gli concede la vista. Gesù vuole vedere le stesse disposizioni in noi, perché la Quaresima ci doni una vista spirituale forte, perché veramente la Quaresima segni per noi un momento meraviglioso di conversione, il sentimento del peccato prima di tutto, perché è necessario che arriviamo in maggiore profondità. “Inizio della sapienza è il timore del Signore” (cfr. Pr 1, 7). Abbiamo bisogno di capire un po’ di più, con maggiore approssimazione che cosa vuol dire offendere Dio, che cosa vuol dire anche un solo peccato, anche uno solo. La meditazione della Quaresima è una meditazione della sofferenza del Cristo, cui si unisce la sofferenza della santa Vergine. Ebbene, per scontare anche un solo peccato grave ci è voluto tutto il sangue del Signore, tutto. Secondo: dobbiamo imparare non solo a pentirci, ma a domandare il perdono. Noi sappiamo che il nostro pentimento, se deve avere un valore, deve essere sul piano soprannaturale e questo è dono di Spirito Santo. Durante la Quaresima dobbiamo imparare a gridare l’invocazione per la salvezza nostra dal peccato, perché i nostri propositi non contano se non sono avvalorati da una potente grazia del Signore.
E terzo, dobbiamo imparare come il cieco: “Riacquistò la vista e prese a seguirlo”. La nostra purificazione non si può fermare così, alla parte negativa. Ritorna ciò che abbiamo letto prima nel Vangelo: “Chi segue me avrà la luce della vita”, dice il Signore (cfr. Gv 8, 12). Dobbiamo cioè imparare a modellarci sempre di più su Cristo, riconoscendo in lui la vera luce e la vera gioia e perciò a volere condividere con lui la scelta della vita, a volere ripetere nella nostra esistenza ciò che è stato di Gesù. Di fronte alle scelte del mondo noi dobbiamo porre con chiarezza e con forza la nostra scelta cristiana, dobbiamo porla in un crescendo sempre più grande, perché torna l’esortazione dell’apostolo: “Crescete fino alla misura della statura di Cristo” (cfr. Ef 4, 13).
CODICE | 73C0O01337N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 01/03/1973 |
OCCASIONE | Omelia, Giovedì VIII settimana Tempo Ordinario |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Preparazione alla Quaresima |
ARGOMENTI | Preparazione alla Quaresima |
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