25/02/1973 - Omelia VIII Domenica Ord

Sant’Ilario d’Enza, 25/02/1973
Omelia, VIII Domenica Tempo Ordinario - Anno B

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Os 2. 16. 17. 21-22; 2 Cor 3, 1-6; Mc 2, 18-22

La storia della salvezza è una progressiva rivelazione di Dio e questa rivelazione di Dio sottolinea sempre di più la vera fisionomia di Dio: “Dio è amore”, dirà come a conclusione della rivelazione Giovanni apostolo. Dio è amore ed è proprio in questo senso che il profeta Osea ci parla dell’incontro tra Dio e il popolo in una atmosfera nuziale. Dio è lo sposo che unisce a sé, in una comunione di misericordia e di tenerezza, il popolo che pure tante volte è infedele.

E Gesù, parlando di se stesso come sposo, proclama la sua divinità. È lui lo sposo, è lui Dio, che è venuto a cercare gli uomini; consacrerà il suo amore nel sangue e, aprendo le sue braccia sulla croce, dilaterà la sua misericordia a tutti. È lui che dalla croce chiama tutti. È lui che vuole nella sua croce dare la testimonianza suprema di una carità, che non può avere altra carità superiore, giacché non si dà maggiore amore di chi dà la vita per la persona amata.

È dunque in questo ordine del capire, del capire un po’ di più, dell’albergare nel nostro cuore l’amore di Dio che si deve oggi compiere la nostra riflessione perché, compreso l’amore di Dio, si comprende tutto il resto. “Ama e poi fa’ quello che vuoi”. Dio ti ha amato per primo, Dio ti ama in una maniera così grande che tu non puoi neanche capire. La tua intelligenza resta totalmente incapace d’arrivare ad afferrare tanto amore. Capisci l’amore di Dio e fa’ dell’amore di Dio la tua regola.

Sottolineerà san Paolo, l’abbiamo letto, che non c’è più la legge per la legge, ma la vera nostra legge è lo Spirito Santo in noi, è lo Spirito Santo che ci guida, è lo Spirito Santo che ci santifica, è lo Spirito Santo che ci dà la vera cognizione delle cose, è lo Spirito Santo che ci guida nella scelta. Accolta nella nostra vita la grande realtà dell’amore di Dio, noi siamo come investiti da questo amore e realizziamo tutto nel sacrificio e nell’umiltà, ma soprattutto nella gioia. Non si dà una tristezza come l’ha il mondo. Per noi c’è la vera gioia, che è la gioia di saperci amati da Dio; è il sapere che Dio nella sua bontà accoglie il nostro amore, accoglie la nostra risposta. E così tutta la vita si vivifica. Non è più un gesto, non è più qualche momento, non è più il rattoppo nuovo che finirebbe per squarciare tutto, non è più il vino nuovo in otri vecchi, ma è il vino nuovo, quel vino per il quale è detto: “Questo è il calice del mio sangue, che sarà sparso per voi. Non berrò più di questo vino fin quando non ne berrò del nuovo nella novità del regno”.

Il sangue del Signore, che noi prendiamo, è allora amore e simbolo della carità più grande; è il sangue del Signore che ci trasforma, che ci dà il vero significato di tutto quello che noi possiamo compiere, di tutto quello che noi possiamo realizzare. È il suo sangue, quel sangue sparso per tutti, che diventa veramente il libro in cui noi leggiamo. È il sangue del Cristo che domanda la nostra partecipazione alla Redenzione. È il sangue del Cristo che grida ancora: “Io sono venuto a portare il fuoco e che cosa voglio se non che s’accenda?” (cfr Lc 12,49).

Ecco allora due cose restino motivo fondamentale della nostra riflessione.

In noi c’è lo Spirito d’amore, per cui dobbiamo sempre lasciarci condurre; quello Spirito d’amore che deve essere al principio, alla base di tutte le nostre scelte, è lo Spirito di Dio. Secondo motivo di riflessione: il sangue di Cristo è il sangue dell’amore e della salvezza. Nella Messa questo sangue è di nuovo sparso per noi (interruzione della registrazione)

CODICE 73BQO01337N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 25/02/1973
OCCASIONE Omelia, VIII Domenica Tempo Ordinario - Anno B
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Lo Spirito Santo Amore, il sangue di Cristo
ARGOMENTI Lo Spirito Santo Amore, il sangue di Cristo
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