Eb 10, 32-36; Gv 12, 24-26
Celebriamo la festa di due martiri. È una nostra festa, la festa della Chiesa di Reggio, e l’insegnamento che vogliamo raccogliere deve essere particolarmente nostro, perché è vero: noi siamo, come cristiani, dei seguaci di un Crocefisso e quel Crocefisso ha detto e proclamato delle Beatitudini.
Tutti devono realizzare la loro salvezza, innestarsi nel mistero della Redenzione attraverso la sofferenza, la sofferenza per il bene, la sofferenza per il trionfo del bene, la sofferenza in noi stessi, per vincere le nostre difficoltà, le nostre tentazioni, per accettare le prove che il Signore permette. Abbiamo sentito la legge che Gesù ha dato, guardiamo bene: è proprio una legge. “Disse Gesù ai suoi discepoli: se il chicco di grano non muore, non produce frutto. Chi ama la sua vita la perde” (cfr Gv 12, 24). Dobbiamo sentire com’è vero questo principio e dobbiamo accettarlo, come l’hanno accettato i martiri che hanno dato in testimonianza della loro vita il loro sangue. Erano ingiustamente perseguitati, erano vittime di falsità e di cattiveria. Si sono accaniti contro di loro. Non hanno detto: «Signore perché non ci difendi? Perché non folgori i cattivi?»; hanno invece pensato a Gesù in croce, hanno pensato alla Madonna Regina dei martiri, hanno pensato all’esempio che avevano visto e hanno detto: «Sì, Signore, noi accettiamo di dare la vita per te».
Allora ripetiamo la lezione per noi. Il Signore vuole molto meno da noi, ma vuole questa lotta spirituale per essere buoni: “Se uno mi vuol servire, mi segua” (Gv 12, 26); la lotta per essere buoni, che costa. Costa tutti i giorni essere fedeli ai propri propositi! Costa tutti i giorni saper compiere con serenità il proprio dovere! Costa l’avere particolari difficoltà che ad ognuno non vengono a mancare!
Accettiamo la legge, accettiamo di volere a tutti i costi morire spiritualmente in questo senso, di rinnegare le nostre passioni, le nostre voglie, i nostri comodi sbagliati per essere buoni.
Servire il Signore, essere fedeli alla nostra preghiera, essere generosi con tutti. Cerchiamo di essere così, pronti e chiediamo allo Spirito Santo il dono della fortezza, per non venire mai a meno ed essere sempre generosi perché siamo stirpe di martiri.
CODICE | 84LQO0133SN |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 25/10/1984 |
OCCASIONE | Omelia, Giovedì XXIX settimana Tempo Ordinario, Santi Crisante e Daria |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Martirio, testimonianza. La lotta per essere buoni |
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