27/10/1977 - Omelia Giovedi XXX Ord

Sant’Ilario d’Enza, 27/10/1977
Omelia, Giovedì XXX settimana Tempo Ordinario

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Rm 8, 31-39; Lc 13,31-35

“Gerusalemme, Gerusalemme”.

Il Signore ha un grido di dolore di fronte al comportamento caparbio e ostile della città. La città di Gerusalemme, la città santa, si appresta a rifiutare Gesù, anzi a chiedere all’autorità romana di ucciderlo.

Gerusalemme rappresentava il punto focale di tante azioni di misericordia, di tanta provvidenza divina. Gerusalemme era la città dov’era il tempio di Dio, dove si facevano a lui i sacrifici, dove Dio aveva parlato, dove Dio aveva agito, dove Dio continuava una particolare provvidenza d’amore.

Ma Gerusalemme non capiva, ma Gerusalemme abbandonava sempre di più la linea della salvezza.

“Ecco, la vostra casa sta per esservi lasciata deserta!”. Sarà la fine, sarà la distruzione, sarà particolarmente quell’apostasia, che farà di Gerusalemme la città tipo, la città che assommerà in sé l’ira di Dio.

Io vorrei che questa sera santificassimo la memoria. Molte volte cerchiamo di santificare l’intelligenza, ricordando le verità di Dio e riflettendo sulla parola di Dio; cerchiamo di santificare la volontà, irrobustendola nella grazia di Dio.

Santifichiamo la memoria. Se Gerusalemme avesse ricordato, Gerusalemme non avrebbe tradito e tante volte è così anche per noi.

Noi dobbiamo ricordare. La memoria si edifica, diventa strumento di bene quando andiamo indietro, quando continuiamo a guardare i nostri anni passati, il tracciato di una sapienza e di una misericordia ineguagliabili. Ripassiamo gli anni, guardiamo quante grazie, quanta luce, quanto amore! La nostra vita è un libro in cui si legge l’amore di Dio, un amore che non si è ritirato di fronte a tutte le nostre ingratitudini, di fronte a tutti i nostri peccati, un amore che è diventato sempre più forte e ci ha dato sempre maggiore fiducia e maggiore aiuto. Noi invece dimentichiamo i prodigi dell’amore e ricordiamo solo le cose che ci portano all’egoismo e all’orgoglio.

Noi dobbiamo santificare la nostra memoria, ricordando quella bontà continua, misericordiosa, amabile, quella bontà che Dio continuamente ci ha offerto.

Lo ricordiamo per la nostra anima, lo ricordiamo per la comunità nella quale siamo inseriti. Quanto è buono il Signore! Quanto ci ha dato!

Guardiamo di corrispondere, perché l’abuso delle grazie porta al castigo, porta all’abbandono. L’abuso delle grazie! Pensiamo quante ne abbiamo lasciate cadere, quante ne abbiamo tradite. L’abuso delle grazie forse è stato più frequente che la corrispondenza alle grazie.

Ecco allora che ci vogliamo ricordare particolarmente in questa settimana, dove celebreremo i nostri santi e ricorderemo i nostri morti, tutte le misericordie di Dio, per saperle usare bene d’ora innanzi, per saper edificarci in quella virtù e in quella generosità, che il Signore si aspetta da noi.

CODICE 77LSO0133TN
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 27/10/1977
OCCASIONE Omelia, Giovedì XXX settimana Tempo Ordinario
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Santificare la memoria, l’abuso delle grazie
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