29/11/1981 - Omelia I Domenica Avv

Sant'Ilario d'Enza, 29/11/1981
Omelia, I Domenica Tempo di Avvento - Anno B

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Is 63, 16-17.19; 64, 1-7; 1 Cor 1, 3-9; Mc 13, 33-37

“A ciascuno il suo compito” (Mc 13, 34): ogni anima lo ha ricevuto, e il Signore aspetta, aspetta l’opera del nostro amore, l’opera della nostra vigilanza. Proprio perché questa vita è travaglio, questa vita è lotta, Lui ci attende con amore e senza amore non valgono le opere, perché alla base c’è il comando: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutte le tue forze” (Mt 22, 37).

Che cosa conta fare molte cose, se in queste cose non si mette l’amore di Dio, se in queste cose non c’è l’intenzione di fare per Lui, di impegnarci per Lui, di respingere le tentazioni e di rimanere in veglia per Lui?

Quest’anno ecclesiastico, che si apre, è l’anno che ci invita particolarmente a riflettere su questa “anima del tutto”: l’amore di Dio. È per l’amore di Dio che noi abbiamo detto di sì e siamo cristiani e non vogliamo essere cristiani nominali, cristiani di gesti esteriori, formalistici; vogliamo essere veramente sulla scia di Gesù che, per amore del Padre suo, si è fatto uomo e ha aperto ad ognuno di noi il suo Cuore. Il Signore Gesù è vissuto di questo amore al Padre, lo ha detto Lui stesso: “Io faccio sempre quello che piace a Lui, al Padre” (Gv 8, 29). Dobbiamo animarci con grande ardore per seguire il Signore, per rendere la nostra vita ben coerente all’amore che professiamo, perché l’amore vero di Dio deve penetrare dappertutto. Un cristiano non fa solo determinate cose, ma tutto fa nel nome di Gesù, come ci suggerisce l’apostolo: tutto nel nome di Gesù, e nel nome di Gesù vuol dire per amore di Gesù, vuol dire agire come ha agito Gesù. Quindi rifiutiamo una vita compromessa dai peccati, compromessa dalla mediocrità, un tirar via, un non impegnarci, un lasciare che le cose scorrano vicine a noi. Sentiamo la chiamata forte del Signore, una chiamata piena d’amore, proprio come diceva il Salmo: “Fa’ splendere il tuo volto” (Sal 79, 8). Il suo volto è la sua luce, il suo volto è il conoscere la sua fisionomia. “Fa’ splendere il tuo volto”, fa’ che noi possiamo conoscere Gesù, che noi possiamo avere i suoi sentimenti, avere le sue scelte, avere i suoi gusti. Non c’è altra via. È Gesù conosciuto, è Gesù amato, è Gesù seguito, è Gesù che ognuno di noi traduce nella propria esistenza, altrimenti lo sappiamo – ce lo ha detto il profeta Isaia – saremmo “avvizziti come foglie e le nostre iniquità ci porterebbero via come il vento” (Is 64, 5), il vento di questo mondo, il vento delle nostre passioni, il vento della nostra facile evasione. Trasformare la nostra vita a immagine di Gesù.

Il Cuore di Gesù è il Cuore che ha attirato tutte le compiacenze del Padre, in Lui si è compiaciuto perché tutto era nell’amore. Anche noi dobbiamo sentire che la vocazione del figlio di Dio è la vocazione ad amare Dio come un Padre, a sentire che tutto quello che è legge parte dallo Spirito Santo. “Fedele è Dio, dal quale siamo stati chiamati alla comunione del Figlio suo Gesù, Signore nostro!” (1 Cor 1, 9). Chiamati alla comunione, raccogliamo fino in fondo questa idea: vivere da figli di Dio, vivere nell’amore, vivere in comunione con Gesù è vivere una vita magnifica, una vita tremendamente logica, una vita che non ammette evasioni, che non ammette patteggiamenti.

Noi all’inizio di questo anno liturgico ci proponiamo allora un cammino molto forte, il cammino con Gesù. L’Avvento è attesa, attesa di un possesso più grande di Cristo, di un amore più forte e più logico, di un amore che dia tono, dia senso a tutte le nostre azioni, dalla più piccola alla più grande.

CODICE 81MUO01310N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 29/11/1981
OCCASIONE Omelia, I Domenica Tempo di Avvento - Anno B
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Chiamati alla comunione, all’amore - Ad immagine di Gesù
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