Is 40,1-5. 9-11; 2 Pt 3,8-14; Mc 1,1-8.
Man mano che s’avanza l’Avvento siamo sempre più esortati alle disposizioni adatte per rinnovare la nostra vita, per incontrarci veramente con il Signore e con la sua grazia. Oggi sentiamo insistente la voce di Giovanni Battista; si erge davanti a noi la sua figura severa e schietta.
Il Precursore ci dice che, se vogliamo incontrarci col Signore, dobbiamo entrare in un’atmosfera di silenzio, un’atmosfera di attesa, dobbiamo far tacere molte voci in questa nostra società. Sono tante le voci che frastornano, le voci che distraggono, le voci profane che ci invitano al male. Bisogna farle tacere e raccoglierci, raccoglierci come fossimo in un deserto: noi e Dio. Viviamo in mezzo a tanta gente, a tanti rumori e dobbiamo fare deserto. È necessario questo deserto, altrimenti restiamo sempre, anche nella migliore delle ipotesi, dei superficiali, degli esteriori, per cui il Natale avrà più un significato esteriore che la sua vera grazia, che è grazia di un rinnovamento profondo, perché Dio si è fatto uomo ed ha abitato tra noi.
Dice Giovanni: “Fate deserto, fate deserto! Raccogliti di più, cerca di ascoltare quella voce che è voce di salvezza, cerca di ascoltare la voce che viene dall’amore infinito, dall’amore eterno. Non ascoltare la voce del tuo egoismo, la voce insinuante di questo povero mondo, che si dibatte cercando la felicità e non la cerca bene, perciò incontra sempre e costantemente l’amarezza della disillusione. Cerca il Signore! Cercalo con umiltà, perché il tuo orgoglio deve essere abbassato, il tuo orgoglio è un ostacolo, la strada deve essere piana!”.
Dice: “Raddrizzate i suoi sentieri”. Umiltà, perché non devi aspettare da nessuno la risoluzione dei tuoi problemi, la tua salvezza: solo dal Signore. E poniti, come Giovanni, in uno spirito di vera penitenza, quella penitenza prima − e tu lo sai! − che è la penitenza di evitare i tuoi peccati, di combattere i tuoi difetti, di essere più buono e più comprensivo ogni giorno, di imparare che è la bontà praticata sempre l’opera prima della tua penitenza. Sappi dominare te stesso, sappi governare le tue passioni, sappi dare alla tua vita un tono più deciso e più forte.
È propria dell’Avvento questa grazia: la grazia di cose nuove e di cose sante, che vengono sempre nella tua collaborazione e nella tua decisione. Giovanni Battista era una “voce” e non voleva essere di più, ma voleva essere la voce che prepara le vie del Signore. Anche tu cerca di essere così nella realtà, di non volere cose strane, cose difficili, di volere solo raddrizzare le vie del Signore nella tua vita, nella tua vita di ogni giorno, nelle tue occupazioni di ogni giorno, nella rinnovata carità di ogni giorno.
CODICE | 84N8O01311N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 09/12/1984 |
OCCASIONE | Omelia, II Domenica Tempo di Avvento − Anno B |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Deserto, ascolto, umiltà, penitenza; Avvento tempo di grazia e di rinnovamento |
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