21/04/1985 - Omelia III Domenica Pasqua ore 8

Sant'Ilario d'Enza, 21/04/1985
Omelia, III Domenica Tempo Pasqua - Anno B

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At 3, 13-15. 17-19; 1 Gv 2, 1-5; Lc 24, 35-48

“Gesù apparve in mezzo a loro e disse: Pace a voi”. (cfr. Lc 24,36). Era morto per noi, è resuscitato per noi e ci porta la ricchezza della sua risurrezione, una ricchezza condensata in questo nome: la pace, perché quando l’uomo possiede la vera pace, possiede tutto, perché possiede Dio, l’amicizia con Dio, la gioia di Dio. Dobbiamo domandare anche noi questo dono, confidando nella tenerezza del suo amore, di quel cuore benedetto che per noi era stato trafitto e che ora continua a dimostrarsi così sollecito. Avete sentito come si preoccupa di creare in loro una vera fede, di dare una base solida alla loro speranza. Certo, il suo corpo glorioso non aveva bisogno di mangiare, era inutile, ma, quando gli offrono una porzione di pesce arrostita, egli prende e mangia. Oh, si è assiso anche alla nostra mensa, anche per noi continua a moltiplicare i suoi miracoli! Quante volte perdiamo la pace, perché perdiamo la confidenza in lui! Quante volte siamo presi dalla stanchezza della lotta, la stanchezza del combattere, la stanchezza del progredire nel bene e ci adagiamo in una fatuità, in un vuoto che dovrebbe totalmente disgustarci. Ecco, sappiamo bene, anche in quei momenti ci venga in mente come Gesù vuole la nostra confidenza. Quella porzione di pesce arrostito ci dice che il Signore non pretende molto da noi. Non gli han potuto dare delle grandi cose, quello che avevano: un po’ di pesce, così e basta, ma il Signore lo prende. Così prende da noi quello che gli possiamo dare giorno per giorno, basta che glielo diamo col cuore, basta che glielo diamo con umiltà e abbandono. Il segreto allora della vera pace sta proprio in questa confidenza, sta proprio nel sapere che il cuore di Gesù è vicino a noi, che il cuore di Gesù si accontenta di quel po’ che possiamo offrirgli, s’accontenta delle nostre piccole cose perché la sua potenza le sa trasformare. E in quelle piccole cose, se c’è il nostro amore, lui è contento e la sua pace riposa in noi. Impegniamoci dunque nella santificazione di ogni giornata. Le nostre giornate fatte delle solite cose, delle solite povere cose, possiamo veramente renderle sorgente di pace e sorgente di merito, se presentiamo al Signore quello che abbiamo con un cuore largo e generoso, soprattutto che presentiamo al Signore gli atti di bontà e di carità, di pazienza e di comprensione, quegli atti che facciamo fatica a fare proprio perché la tentazione dell’egoismo è tanto insultante, gli atti di bontà e di carità verso il prossimo, gli atti di comprensione verso chi ha bisogno di noi, verso chi ha bisogno casomai solo d’una parola, solo d’un gesto, solo di un po’ di pazienza. Sappiamo presentare alla mensa del Signore la nostra buona volontà, tradotta così giorno per giorno. Sappiamo, vogliamo, progrediamo sempre.

CODICE 85DMO01362N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 21/04/1985
OCCASIONE Omelia, III Domenica Tempo Pasqua - Anno B
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Pace
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  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
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