28/02/1977 - Omelia Lunedi I Quar

Sant’Ilario d’Enza, 28/02/1977
Omelia, Lunedì I Settimana Tempo Quaresima

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Lv 19,1-2. 11-18; Mt 25,31-46

Non leggiamo mai questa pagina del vangelo senza emozione, perché vediamo quale sarà la sorte degli uomini. C’è chi andrà nel Regno e c’è invece chi andrà al supplizio eterno. Le parole del Signore sono inequivocabili. Sono due le sorti: o il Paradiso o l’Inferno. E la strada per arrivare al Paradiso si chiama carità. La strada per andare all’Inferno si chiama egoismo. Perché non dice il Signore: “Chi dirà le più belle parole”, non dice: “Chi magnificherà le migliori promesse”. Parla di opere. Sono le opere di carità che distinguono i giusti dai reprobi. E ritorna allora il motivo sostanziale della carità. Perché bisogna concretamente amare gli altri? Perché se non per l’amore di Dio? Perché è l’amore di Dio che riunisce gli uomini ed è il rifiuto di Dio che li divide. È il rifiuto delle sante e meravigliose leggi del Signore. E Gesù è stato il modello supremo della donazione agli altri. Gesù ha donato se stesso in tutto. Ha donato se stesso senza riserve, senza riservare qualche cosa per sé. Tutta la vita del Cristo è stata un mirabile atto di carità. E ancora continua il Signore nel suo meraviglioso dono. L’Eucarestia infatti è essenzialmente dono. Il Signore trasforma il pane nel suo Corpo e il vino nel suo Sangue per dare a tutti il suo Corpo e il suo Sangue. Ha detto così: “Prendete e mangiate”. E l’Eucarestia è legata per sempre a queste parole: “Prendete e mangiate”. Si dona a tutti. Si dona ai buoni, si dona ai mediocri, non si rifiuta ai cattivi, anche se l’incontro con i cattivi è il bacio di Giuda. Ed è restato proprio come modello, il modello che ogni cristiano deve avere davanti a sé. “Non fate il bene per essere visti. Fate il bene perché è il bene. Allora il Padre celeste vi darà la ricompensa. Agli antichi fu detto: “Occhio per occhio, dente per dente”, ma io vi dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, pregate per quelli che vi perseguitano”. È legge di cui Lui è vivente modello. Ed è nello stesso tempo nell’Eucarestia la forza. Nell’Eucarestia Cristo unisce il suo popolo. Cristo riunisce la Chiesa attorno al suo sacrificio e dà agli uomini di buona volontà la forza, l’aiuto per poter essere logici, per poter essere consapevoli di un dono che non deve in nessuna maniera essere ritirato. Guardiamo, tutte le volte che ci riuniamo, di interrogarci sulla carità e di chiedere la forza per essere generosi e fedeli, sempre: “da questo conosceranno che siete miei discepoli se vi amerete gli uni gli altri”. Questa carità deve essere elevata a segno distintivo, ed è per questo che, pur conoscendo la nostra debolezza, la nostra enorme fragilità, vogliamo proporci di seguire sempre il Signore.

CODICE 77BTQ01340N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 28/02/1977
OCCASIONE Omelia, Lunedì I Settimana Tempo Quaresima
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
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