28/03/1979 - Omelia Mercoledi IV Quar

Sant’Ilario d’Enza, 28/03/1979
Omelia, Mercoledì IV Settimana Tempo Quaresima

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Is 49,8-15; Gv 5,17-30

“Anche il Figlio dà la vita a chi vuole”. Ecco, meditiamo su questa parola del Signore. Noi lo sappiamo bene quando questa vita che Lui ci dà diventa un fiume: è il momento della nostra partecipazione all’Eucarestia. È nell’Eucarestia che Gesù ci accresce la vita, ci mantiene la vita, ci nutre. Ci nutre mirabilmente e ci dà la garanzia, il pegno della vita eterna. Ecco perché dobbiamo interrogarci con quanta fede, con quanto amore noi partecipiamo alla messa e facciamo la comunione. Perché sarebbe tanta la nostra responsabilità se la nostra partecipazione fosse una forma qualsiasi esteriore. In particolare la messa si conosce come è stata partecipata da come si fa la comunione. La comunione è il punto dove noi realizziamo tutto quello che in qualche modo abbiamo vissuto nella messa. Far bene la comunione. Andare alla comunione non pigri, non svogliati, non indifferenti. Andare alla comunione col cuore che batte forte, perché nella comunione c’è un mirabile incontro tra noi e Lui, perché c’è un mirabile incontro in cui Lui vuole trasformare noi, vuole cambiarci, vuole elevarci, vuole donarci i tesori più grandi della sua misericordia. Basta una comunione per fare uno santo, lo sappiamo bene. E come mai la nostra vita continua ad essere mediocre, continua ad essere inceppata negli stessi difetti? Vuol dire allora che noi andiamo alla comunione manchevoli, andiamo alla comunione non come ci vuole il Signore. Ci sono due parti che dobbiamo assolutamente esaminare ed esaminare spesso: la nostra preparazione nella messa, il nostro raccoglimento di ringraziamento poi. La preparazione viene nella stessa liturgia della Parola e nello svolgimento della liturgia Eucaristica. Immediata: comincia con il Padre nostro. E devono sbocciare i sentimenti di fede, di desiderio, i sentimenti di dolore e di confusione per i nostri peccati, i sentimenti di umiltà e i sentimenti di gioia per riceverlo. Devono costituire un crescendo meraviglioso di amore. E poi, quando abbiamo ricevuto il Corpo del Signore, quanto raccoglimento! Il mondo intero deve sparire davanti a noi. Evitiamo tutte le distrazioni, dalle più grossolane, dalle più offensive, interessarci di altre cose, guardare quelli che vanno o quelli che tornano, interessarci di cose banali. Alle distrazioni più sottili, quelle che ci impediscono un contatto vivo, intimo con Gesù, pur occupandoci in cose buone. Quanta riconoscenza a Gesù! Quanti sentimenti di gioia e di festa! Quanta deve essere l’apertura del nostro animo per essere guarito, per essere irrobustito, per vivere della vita di Gesù, vivere della confidenza di Gesù! Vivere poi, partendo da quel momento, formidabili al diavolo, forti, generosi, animati di santo ardore. Oh, quanto dobbiamo insistere per prolungare questo nostro colloquio di ringraziamento e di amore, di meditazione e di fervore, di impegno e di preghiera per tutti! Quanto dobbiamo valutare il suo dono! Il Figlio dà la vita, poveri noi se non la vogliamo! Il Figlio dà la vita, poveri noi se non arriviamo mai ad assomigliarci a Lui, perché respingiamo la tenerezza della sua grazia! Sia su questo la nostra riflessione.

CODICE 79CTQ01343N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 28/03/1979
OCCASIONE Omelia, Mercoledì IV Settimana Tempo Quaresima
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
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