25/05/1977 - Omelia Mercoledi VII Pasqua Nov Pent 6

Sant’Ilario, 25/05/1977
Omelia, Mercoledì VII settimana Tempo Pasqua, Novena Pentecoste - VI giorno

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At 20, 28-38; Gv 17, 11-19

“Consacrali nella verità” (Gv 17, 19). E la verità è la sua Parola, la sua Parola che crea, la sua Parola che rinnova l’uomo e lo porta ad uno stato soprannaturale.

Gesù ci ha chiamati ad essere suoi, ad avere una partecipazione della sua dignità. La nostra consacrazione è nella grazia santificante, che ci rende figli di Dio. Da realizzare nella vita abbiamo questo: di vivere da figli di Dio, bene, con vero sentimento di amore e poi avere l’eternità del Cielo, che è l’eredità dei figli di Dio.

Il dono dello Spirito Santo, che ci dà il vero sentimento di figli di Dio, si chiama il dono della Pietà. Col dono della Pietà, noi abbiamo la percezione completa della nostra posizione di figli adottivi; abbiamo la persuasione, abbiamo la gioia, abbiamo la soavità di essere figli di Dio, di comportarci con lui come dei veri figli e di avere ancora amore e donazione a tutti gli uomini, perché tutti sono amati dal Padre celeste.

Il dono della Pietà, diffuso nel nostro cuore, ci dà questo sentimento continuo di adozione, questo sentimento continuo di amore filiale, questo desiderio di piacere al Padre e di fare tutte le cose che piacciono al Padre, di esprimere al Padre, con la nostra vita, ciò che gli è più gradito. E con Dio amiamo tutte le cose che sono vicine a Dio.

Il dono della Pietà ci guida alla devozione alla Madonna, all’amore per i santi, all’amore alle cose divine, ci fa gustare la preghiera, ci fa gustare la meditazione, ci fa sentire come noi stiamo bene, quando siamo in colloquio filiale con il Padre, come noi stiamo bene vicino a lui. A uno che non ha il dono della Pietà costa pregare, è noioso per lui un esercizio di pietà, sente il peso di una vita di donazione e di fede verso Dio, ma chi possiede questa comunicazione dello Spirito Santo non cammina, vola, vola nella vita di pietà, vola nella comunicazione della preghiera, entra partecipe dei segreti di Dio. E così verso gli uomini sente tutta la tenerezza che ci vuole tra figli di Dio, sente l’amore proprio che è nella Chiesa, l’amore al Papa, l’amore a coloro che ci guidano, l’amore tra tutti coloro che, stretti dal vincolo dell’Eucaristia, vivono la realtà del Corpo Mistico.

Per questo la beatitudine: “Beati i miti, perché possederanno la terra” (Mt 5, 5), i miti, cioè quelli che hanno il cuore colmo della pietà, perché possederanno la terra messianica, la terra promessa a noi dal Signore.

Dobbiamo quindi domandare con molta insistenza allo Spirito Santo, che ci faccia questa sua magnifica donazione, che ci doni questa magnifica sua elargizione, che ci doni di camminare davvero nella vita di pietà con perseveranza, con forza. E se la noia, la non voglia, la stanchezza, il disordine, tanti motivi ci allontanano dalla preghiera, insistiamo con lo Spirito Santo, insistiamo, invochiamo, perché il suo dono della Pietà ci faccia proprio essere dei veri figli di Dio, che soprattutto stanno bene nella sua casa: “Beati coloro che stanno nella tua casa”.

Ecco, sono proprio di una grande beatitudine. Preghiamo che venga partecipata a noi.

CODICE 77EQN01366N
LUOGO E DATA Sant’Ilario, 25/05/1977
OCCASIONE Omelia, Mercoledì VII settimana Tempo Pasqua, Novena Pentecoste - VI giorno
DESTINATARIO Parrocchia
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Pietà, Beati i miti
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