29/05/1974 - Omelia Mercoledi VII Pasqua Nov Pent 6

Sant’Ilario d’Enza, 29/05/1974
Omelia, Mercoledì VII settimana Tempo Pasqua, Novena Pentecoste - VI giorno -

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At 20, 28-38; Gv 17, 11-19

Cerchiamo stasera di capire qualche cosa di ciò che Gesù ha detto per noi in questa sua meravigliosa preghiera, quando ha pregato perché noi siamo consacrati nella verità. Cosa vuol dire essere consacrati? Vuol dire essere in dono esclusivo. Non si può più non essere della verità. Quando la sua verità prende il cuore, non possiamo più patteggiare, non possiamo più diminuire, non possiamo più oscillare, non possiamo essere della sua verità e del mondo.

Eh, sì! Diceva Gesù: “Non sono del mondo” (Gv 17, 14). Come è necessario approfondire questa verità in esclusiva.

Noi diciamo che il dono dello Spirito Santo, che è la Sapienza, ci consacra proprio nella sua verità, perché ci fa gustare e capire le cose di Dio, perché ci dà l’intuizione delle verità di Dio. La verità è la sua rivelazione, la verità è la sua comunicazione, la verità è la sua vita.

“Consacrati nella verità” vuol dire dunque che noi accettiamo la sua Parola, l’accettiamo come norma suprema, la accettiamo con amore, la accettiamo fino in fondo, l’accettiamo senza nostalgie per altre cose, senza rimpiangere altre posizioni. Noi scegliamo la sua verità e perciò il suo servizio interamente e completamente.

Per far questo, quanta riflessione! Per far questo, quanta umiltà! E per far questo, quanta insistenza, per toglierci da tutte le illusioni di questo mondo, da tutte le mezze verità che sono gli errori più gravi, da tutte le mezze cose che sono i tradimenti più deleteri!

Restare in lui, nel suo amore vuol dire allora approfondirlo sempre col cuore sgombro; non cercare la nostra verità ma cercare la sua verità, non cercare il nostro modo di capire, cercare semplicemente la sua gloria.

Ecco perché l’invito è l'invito alla preghiera riflessione, alla meditazione prolungata, al silenzio nella preghiera, ad un ascolto fiducioso e continuo.

Ecco perché comunicare con lo Spirito Santo vuol dire saper rinunciare a tante altre cose che sono superflue, non solo alle cose cattive, alle cose che ingombrano, alle cose che frastornano. Ascoltare il Signore, gustare le cose del Signore.

Voglia lo Spirito Santo darci molto desiderio di verità; voglia lo Spirito Santo darci la grazia che ognuno di noi possa fare bene tutti i giorni la meditazione, prolungandola, gustandola, vivendola. Oh, le meditazioni fatte bene! Quei colloqui ricchi d’amore! Quei colloqui nei quali l’anima si effonde e particolarmente lo Spirito Santo si comunica! Amiamo molto la meditazione! La meditazione è una delle preghiere più efficaci: non lasciamo mai la meditazione, sappiamo prendere i tempi per fare bene, aggiungo anche un altro avverbio, “coraggiosamente” questa nostra preghiera, che ci porterà in tanta famigliarità con lo Spirito di amore.

CODICE 74EUN01366N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 29/05/1974
OCCASIONE Omelia, Mercoledì VII settimana Tempo Pasqua, Novena Pentecoste - VI giorno -
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Consacrati nella verità, Sapienza
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