1 Sam 1, 20-22. 24-28; 1 Gv 3, 1-2. 21-24; Lc 2, 41-52
Il Figlio di Dio, facendosi uomo, ha consacrato la famiglia. È voluto sbocciare come tutti gli uomini in una famiglia. Ha voluto che potessimo avere un mirabile modello per tutte le nostre famiglie. La famiglia esce dal cuore di Dio. La parola sua la raccogliamo nel primo libro della Bibbia: “Non è bene che l’uomo sia solo” (cfr. Gen 2,18). “Non è bene”: ecco la famiglia, l’amore della famiglia, la dignità della famiglia, la missione della famiglia. Ha voluto che l’uomo così si completasse nel matrimonio e che l’amore dell’uomo e della donna fosse responsabilmente fecondo. Il Signore ha costituito la famiglia come la sorgente del vero amore, della vera donazione espressa così nei sacrifici che richiede la famiglia, perché l’amore è dono. L’uomo solo sarebbe portato quasi istintivamente all’egoismo. No. È chiamato per la famiglia dove deve dare, dove può vedere il frutto del suo dono, dove può compiere il suo lavoro, dove può finalizzare il suo lavoro, dove può essere utile in ogni momento della sua vita. La famiglia sboccia dal cuore di Dio, perché Dio Amore ha voluto che anche gli uomini siano così in un profondo amore di donazione. Dio, che è una comunità, ha voluto che l’uomo si realizzi in questa comunità famigliare. E Gesù, venuto per salvare, venuto per completare e perfezionare, ha voluto alla base della famiglia un sacramento. Ha voluto che l’affetto, che gli sposi si scambiano, sia produttivo di grazia. Ha voluto che la dignità dei coniugi si affermasse nella procreazione e nell’educazione dei figli. Ha voluto che i figli sentano nei loro genitori la rappresentanza divina, che i figli sentano come il Signore è buono, perché ha dato loro i genitori che, col loro sacrificio, con la loro opera rendono sicura l’esistenza e forte, sensibile l’aiuto per crescere. Lodiamo il Signore, lodiamolo per le sue opere, lo lodiamo per i cieli, lo lodiamo per tutte le opere della natura, lo lodiamo specialmente per l’istituzione e la santificazione della famiglia. Lodiamolo, perché ha voluto che in Gesù, in Maria e in Giuseppe vedessimo dei modelli da ricopiare con grande nostro profitto e con grande nostra dignità. Ogni famiglia sia perciò santa. Ogni famiglia porti uno scambio di santità, un’educazione alla santità. Se già grande è la famiglia come istituzione naturale, lo è ancora di più come opera della grazia e della redenzione del Signore. Impegniamoci, perché ognuno di noi possa essere un coefficiente valido alla santità della famiglia, alla gioia della famiglia, alla pace, al progresso della famiglia. Le aberrazioni della nostra società ben le conosciamo. Il mondo rigetta come impazzito tutti i grandi valori, rigetta anche la famiglia. E allora l’amore diventa un capriccio. L’amore diventa una passione. E allora non c’è più dono, c’è solo uno sfruttarsi a vicenda secondo l’umore dei diversi tempi. Noi dobbiamo pregare, perché questa aberrazione cessi, perché il valore della famiglia sia affermato nel rispetto e nell’educazione della vita. Chi è egoista intende la vita solo in termini egoistici, fino al delitto, fino a sopprimere la vita, fino a rendere tutta la vita un insulto alla legge di Dio e alla retta ragione. Benediciamo il Signore, che ci ha rivelato quanto sia santa la famiglia e quanto aiuto Lui vuol dare alle famiglie, che veramente si mettono nel suo amore. Siano così tutte le nostre famiglie e ognuno faccia il proprio dovere. E i figli capiscono che nell’obbedienza e nell’umiltà, nel rispetto e nella pratica esecuzione dei loro doveri realizzano la loro personalità, non nella contestazione, nella ribellione, nell’agire sconsideratamente. Il Signore benedica le nostre famiglie e faccia sì che da esse possa venire un grande bene per la società degli uomini e per la Chiesa.
CODICE | 79NVO01321N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 30/12/ 1979 |
OCCASIONE | Omelia, Domenica fra l’Ottava, festa della Santa Famiglia - Anno C |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | La famiglia |
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