01/05/1989 - Omelia San Giuseppe lavoratore

Gn 1,26-2,3; Mt 13,54-57.

Una figura eccelsa, mirabile, è presentata ai nostri occhi: san Giuseppe.

San Giuseppe lavoratore, cioè san Giuseppe di Nazaret, san Giuseppe che è vissuto nell’umiltà della sua casa, lavorando per mantenere la sua sposa, la Beata Vergine, e Gesù. San Giuseppe, che ha dato giorno per giorno in servizio la propria vita, la propria opera, in un amore grande e sconfinato.

Noi pensiamo al suo grande animo, vissuto nel nascondimento, vissuto nella povertà; pensiamo come deve essere stata grande la sua virtù e vogliamo prenderlo particolarmente come patrono e come modello, perché ci insegni a vivere come è vissuto lui con la Madonna e con Gesù, perché ci insegni come si può servire con grande merito Gesù e Maria.

In questo mese, dedicato alla devozione alla Madonna, quanto dobbiamo ricordare san Giuseppe, perché ci faccia entrare nel suo mistero di dedizione, di generosità, nella sua fede veramente gigante!

Lo preghiamo, perché insegni anche a noi come la vera fede si deve pronunciare ogni giorno, deve attuarsi nel nostro lavoro, nella nostra occupazione, nella nostra preghiera.

Dobbiamo invocarlo, perché ci faccia conoscere di più la sua sposa, perché ci faccia conoscere il mistero della redenzione operata da Gesù, il mistero del suo silenzio, del suo nascondimento, del suo servizio.

Quanto dobbiamo essere preoccupati di non essere dei cristiani soltanto di nome! Si è veri cristiani quando si sta con vero abbandono nelle mani di Gesù, quando si invoca la Madonna affinché possiamo veramente realizzare nella Messa e nell’Eucarestia la nostra vera devozione e il nostro vero servizio.

Vorremo perciò fare il fioretto di invocare san Giuseppe e di invocarlo con frequenza, perché ci aiuti a dar gloria a Dio stando vicino alla Madonna e ascoltando la sua esortazione e la sua premura. Madre di Gesù è ancora madre nostra; san Giuseppe è il custode della Chiesa.

Invochiamolo: “San Giuseppe, prega per noi”.