Na 2,1-3; 3,1-3. 6-7 (ebr.); Mt 16,24-28.
Portare la croce per seguire Gesù è soprattutto restare su un piano concreto di amore e di testimonianza. Il peso che un’anima deve coraggiosamente portare è il peso delle sue tentazioni, delle sue contraddizioni, il peso di un’umanità che è ribelle. Quante volte all’anima si prospetta l’ideale di vivere tranquillamente e soavemente nel Signore ma quante volte questa disillusione arriva pesante: propositi buoni non realizzati, difetti che sembravano seppelliti che tornano fuori ancora impertinenti e uguali a prima.
Bisogna capire che la nostra virtù è una virtù di superamento, è una virtù di ordine ascetico. Dobbiamo avere tutti i giorni la voglia, meglio ancora, la schietta volontà di dimostrare a Gesù che lo amiamo attraverso i nostri sacrifici: sacrifici per pregare bene, sacrifici per fare bene la meditazione, sacrifici per essere pazienti, sacrifici per dominare le nostre fantasie e le nostre sensibilità, per superare i momenti di orgoglio e di permalosità. Ogni giorno. È in ogni giorno che si prolunga la nostra vita spirituale.
Se vogliamo crescere dobbiamo intensificare questa lotta e non passare da una crisi all’altra, da un avvilimento a quell’altro. Promettiamo al Signore la virtù del coraggio, del coraggio umile di ogni giorno, per seguirlo con tanta comprensione e con tanta apertura di mente.
CODICE | 86H7O0533HN |
LUOGO E DATA | Saint Nicolas (AO), 08/08/1986 |
OCCASIONE | Omelia, Venerdì XVIII settimana Tempo Ordinario |
DESTINATARIO | Campeggio estivo ragazze |
ORIGINE | |
ARGOMENTI |
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